Il carbonaio, antico mestiere del bosco

In un video realizzato in occasione della tesi, un laureato in Scienze forestali e ambientali ricostruisce con testimonianze dirette la durezza e il fascino di un antico mestiere del bosco.
Carbonai - per gentile concessione dell'Ecomuseo del Carbonaio - Cetica (Arezzo)
Carbonai - per gentile concessione dell'Ecomuseo del Carbonaio - Cetica (Arezzo)

Un’esistenza dura e piena di sacrificio, sostenuta dai rapporti umani e dalla passione per la natura. L’antico mestiere dei carbonai riemerge in tutta la sua crudezza e il suo fascino dalla viva voce dei protagonisti in un video realizzato, con il supporto professionale del Laboratorio multimediale dell’Ateneo, da Nicola Mion, in occasione della tesi da lui sostenuta lo scorso 20 febbraio in Scienze forestali e ambientali (relatore Giacomo Certini).

“Gli ultimi carbonai. Testimonianze fra passato e presente”  ci fa compiere un viaggio all’indietro nel tempo (ma in realtà sono solo pochi decenni fa), quando nei boschi della Toscana la produzione di carbone vegetale con metodo tradizionale era una delle poche forme di sussistenza. Le interviste di quattro carbonai – Fabrizio Lorenzelli  di Sassetta (Livorno),  Leonello Rossi di Cetica (Arezzo), Giovanni Giannassi e Bruno Tognazzi Pacenti di Siena – tratteggiano lo stile di vita e le difficoltà della vita nel bosco.

Anche grazie a immagini di archivio si ricostruiscono le varie fasi del lavoro, dal taglio del bosco a lotti alla preparazione della carbonaia su uno spiazzo pareggiato il più possibile: la posizione dei tronchi – di legno di ornello, corbezzolo, castagno – messi in circolo l’uno sull’altro a costituire una specie di pira, poi coperta dalle foglie e dalla terra, per favorire una lenta combustione. E ancora il ruolo del caposquadra (il “guidafuoco”), gli attrezzi semplici, il freddo e il fumo, le famiglie al seguito – alloggiate in rudimentali capanne – e il bambino più piccolo che buttava il tizzone iniziale. La fatica e i segreti di un mestiere, pieno di rispetto per il bosco “perché il bosco era la vita, la vita di una comunità”.

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