ERC e Unifi, il bilancio di 10 anni di progetti di eccellenza

Del bilancio del primo decennio dell’European Research Council fanno parte anche i ricercatori Unifi che hanno ricevuto uno dei grant per un progetto quinquennale. Ecco chi sono e quali ricerche stanno seguendo
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Una sorta di assegno in bianco, dato sulla fiducia a studiosi che propongono ricerche innovative e indipendenti. E’ quello che da 10 anni l’European Research Council (ERC) destina a ricercatori di eccellenza permettendo loro di far crescere, oltre al progetto, un team che li affianchi nell’impegno di spostare più avanti le frontiere in tutti i campi della scienza.

Del bilancio del primo decennio dell’Agenzia europea fanno parte anche i ricercatori Unifi che hanno ricevuto fino a oggi uno dei grant – starting, consolidator e advanced – di ERC per un progetto quinquennale.

Gli studi finanziati da ERC costituiscono un punto di riferimento per la ‘Excellence Science’ promossa dall’Unione europea nell’ambito di Horizon 2020 – commenta il prorettore alla ricerca Marco Bindi -. L’ulteriore sviluppo di ricerche pionieristiche, in grado di superare un’altissima competizione fra proposte di altrettanto alta qualità, è uno degli obiettivi strategici dell’Università di Firenze, raggiungibile anche grazie al supporto offerto ai suoi ricercatori dall’Ateneo.

La prima ricercatrice Unifi ad aggiudicarsi un ERC è stata Paola Romagnani, ordinario di Nefrologia del Dipartimento di Scienze Biomediche, sperimentali e cliniche ‘Mario Serio’, che ne ha ricevuti due: uno starting grant nel 2008 e un consolidator grant nel 2015.

“Con RESCARF (Renal stem cells: possible role in kidney pathologies and as new therapeutic tools), finanziato con 820.000 euro, io e il mio team abbiamo caratterizzato le cellule staminali renali – racconta Romagnani -. Per RENOIR (RENal prOgenItoRs as tools to understand kidney), abbiamo ottenuto un finanziamento di quasi 2 milioni di euro per sviluppare le cure per combattere le malattie renali”.

Il plurale è d’obbligo perché grazie ai finanziamenti Romagnani ha creato il Laboratorio di Nefrologia presso Azienda ospedaliero-universitaria Meyer che coinvolge oltre 25 ricercatori ed è dotato di strumentazione d’avanguardia.

“Grazie alla fortissima selezione di ERC, basata su criteri meritocratici, il ricercatore si guadagna un’autorevolezza che si traduce in un biglietto da visita riconosciuto a livello internazionale. Che gli permette di instaurare fruttuose collaborazioni e di ottenere ulteriori finanziamenti, come quelli che hanno permesso la realizzazione del Laboratorio”.

“Inoltre il grant concede al ricercatore una grande libertà e un arco di tempo sufficientemente ampio perché le idee innovative possano maturare e, ancora, la possibilità di gestire il finanziamento in modo imprenditoriale. Ho vissuto l’investimento fatto su di me e sulle mie idee come l’innesco di una serie di reazioni a catena positive”.

Nel 2014 si è concluso il progetto STANIB (“Space, Time and Number in the Brain”, finanziato con 2,5 milioni di euro), coordinato da David Charles Burr. La ricerca ha indagato il modo in cui il cervello umano percepisce spazio, tempo e numerosità degli oggetti per costruire la mappa visiva del mondo, considerandoli insieme e non come dimensioni indipendenti e separate.

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“Uno dei gradi risultati che ci ha permesso il finanziamento riguarda proprio i numeri. Mi riferisco – spiega Burr, ordinario di Psicobiologia e psicologia fisiologica al Dipartimento di Neuroscienze, area del farmaco e salute del bambino (NEUROFARBA) – a quello dei giovani ricercatori italiani e stranieri, 10 in tutto, abbiamo potuto coinvolgere come dottorandi e post-doc. Sei di loro poi hanno consolidato la loro carriera di ricercatori nel nostro Ateneo, come Roberto Arrighi, o in altri istituti italiani ed europei, guadagnandosi a loro volta finanziamenti ERC e FIR. Ma anche al numero delle pubblicazioni, 70 in questi anni, su autorevoli riviste scientifiche internazionali”.

“L’altro obiettivo, più generale ma non meno importante, è quello di aver creato in Toscana un centro di eccellenza basato sui tre che hanno lavorato a STANIB (Università di Firenze, Università di Pisa e Istituto di Neuroscienze del CNR) che continuerà a occuparsi dello studio della percezione: una massa critica di ricercatori, che seguitano a collaborare strettamente come hanno fatto in questi anni”.

Ha esplorato nuove frontiere delle nanoscienze Roberta Sessoli, ordinario di Chimica generale e inorganica, col progetto MolNanoM@S (Molecular Nanomagnets on Surfaces: New Phenomena for Spin-based Technologies), finanziato con un adavanced grant di 2,3 milioni di euro, concluso nel 2015. Obiettivo principale dello studio, l’immagazzinamento e manipolazione dell’informazione usando come memorie ultraminiaturizzate una classe particolare di molecole.

“Il finanziamento ERC ha permesso l’acquisizione di sofisticata strumentazione con la quale sono stati ottenuti risultati rilevanti sia dal punto di vista di ricerca fondamentale che per applicazioni nel campo dei materiali ibridi per tecnologie quantistiche – commenta Sessoli -: il grant ERC è riuscito a generare un significativo effetto volano e il gruppo di ricerca ha partecipato con successo ad altre selezioni per finanziamenti. Risultato ugualmente importante è stata la possibilità di formare giovani ricercatori su problematiche e metodi di indagine all’avanguardia nel campo delle nanoscienze. Sette di loro hanno conseguito il titolo di Dottore di Ricerca e quasi tutti si dedicano ancora alla ricerca in prestigiosi istituti e università internazionali”.

Leonardo Fallani, associato di Fisica della materia, si è aggiudicato un consolidator grant per un progetto su “Topology and symmetries in synthetic fermionic systems (TOPSIM), partito nel 2016. Uno studio sperimentale nell’ambito della “simulazione quantistica”, cioè nell’ingegnerizzazione sperimentale di sistemi quantistici microscopici controllabili, per risolvere problemi aperti di fisica fondamentale.

In particolare il team di Fallani si dedica al comportamento della materia in presenza di campi magnetici elevatissimi, non realizzabili con tecniche convenzionali, e di nuovi stati della materia, previsti e finora mai osservati, in sistemi magnetici ad alta simmetria.

Francesco Pavone, ordinario di Fisica della Materia e direttore del LENS, coordina il progetto BRAIN_BIT “All-optical brain-to-brain behaviour and information transfer” finanziato con un advanced grant di 2,3 milioni di euro. Il progetto, a cui collaborano il CNR di Pisa e l’Istituto Italiano di Tecnologia di Lecce, è dedicato allo studio di un sistema ottico capace di interfacciare due cervelli, che consenta la lettura, la scrittura e il trasferimento di dati.

Benché sia partito nel 2016, lo studio offre già degli spunti positivi, “perché grazie al finanziamento – spiega Pavone – abbiamo potuto espandere ricerche precedenti con la massima creatività e un credito di fiducia per attività challenging, come la nostra, il che apre la possibilità a risultati molto avanzati. E poi ci ha permesso di reclutare giovani ricercatori da tutto il mondo, che andranno a unirsi ai ricercatori Unifi”.

L’ultimo ERC guadagnato da un ricercatore Unifi in ordine di tempo è il consolidator grant di Daniele Vignoli, associato di Demografia, che sfiora 1,7 milioni di euro ed è dedicato a “Economic Uncertainty and Fertility in Europe”, cioè la relazione tra incertezza economica e fecondità in Europa, attraverso una prospettiva comparativa tra generi, generazioni e paesi.

Il progetto, che partità il prossimo settembre, integra prospettive demografiche e sociologiche con approcci tipici dell’economia sperimentale e della psicologia sociale. Ancora una volta una prospettiva originale per “un’opportunità unica che mi permetterà di costruire un gruppo di ricerca, autonomo e con le risorse necessarie per portare a termine sfide di ricerca nuove”, spiega Vignoli. Che conclude tornando agli elementi che hanno fatto dell’ERC la più importante fonte di finanziamento europea per l’eccellenza della ricerca: “un progetto ERC deve essere rischioso, ma in caso di successo deve portare a nuovi spunti di conoscenza”.

 

 

 

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