La Battaglia di Anghiari, storia di un capolavoro incompiuto

In occasione del quinto centenario della morte del genio di Vinci un video allestito nel Salone dei Cinquecento, all'interno di un nuovo itinerario leonardiano in Palazzo Vecchio, sintetizza gli ultimi risultati delle ricerche Unifi sulla vicenda di una fra le più importanti opere perdute della storia dell'arte.
Il Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio
Il Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio (nella parete di destra, la Battaglia di Marciano di Giorgio Vasari)

La storia della più celebre opera incompiuta di Leonardo da Vinci, la Battaglia di Anghiari, è un episodio che ha suscitato, fin dall’inizio e in particolare dagli anni ’60 del Novecento, grande interesse negli storici dell’arte e nel mondo della cultura, oltre a testimoniare il grande impatto del genio toscano sugli artisti del suo tempo e oltre.

Nuova luce su questa opera perduta, che avrebbe dovuto raffigurare in Palazzo Vecchio la battaglia che i fiorentini vinsero contro i milanesi presso Anghiari nel 1440, viene da un progetto di ricerca del Dipartimento di Architettura (Dida) dell’Ateneo (2014-2016) curato da Emanuela Ferretti e co-finanziato dalla Biblioteca Leonardiana di Vinci, i cui risultati sono recentemente confluiti in un video, parte integrante dello speciale itinerario “Sulle tracce della Battaglia di Anghiari”,  progettato dal Servizio musei comunali e attività culturali in occasione del cinquecentesimo anniversario della morte di Leonardo.

Il prodotto audiovisivo – realizzato dal Dida sotto la responsabilità di Emanuela Ferretti, con la collaborazione del Laboratorio Multimediale dell’Ateneo – sarà fruibile dai visitatori del Salone dei Cinquecento dal 23 febbraio 2019 fino al 12 gennaio 2020. E’ stato finanziato dal Comune di Firenze attraverso un bando regionale, con il sostegno economico del Comune di Vinci, dove sarà poi esposto in maniera permanente nella Casa natale di Leonardo; ha avuto il patrocinio  del Comitato Nazionale delle celebrazioni leonardiane.

Il video, dal titolo “La Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci. Storia di un capolavoro incompiuto”,  testimonia  delle nuove acquisizioni della ricerca Unifi che hanno permesso di realizzare per la prima volta un modello 3D della Sala Grande (l’attuale Salone dei Cinquecento)  al tempo dell’intervento di Leonardo (1503), cioè prima dei lavori di Vasari (1563-1574) cui si deve sostanzialmente l’aspetto attuale. Il modello tridimensionale, realizzato da  Alessandro Merlo e da Francesco Frullini del Dida, permette, infatti, di comprendere l’assetto della sala, i suoi arredi e la disposizione delle porte. La ricostruzione architettonica della Sala Grande assume un particolare rilievo in quanto non è mai stata un elemento centrale nelle ricerche effettuate di eventuali tracce dell’opera leonardiana sotto l’affresco di Giorgio Vasari raffigurante la Battaglia di Marciano, realizzato a metà del Cinquecento in quella stessa parete della Sala.

“Gli studi all’origine del video  – spiega Emanuela Ferretti, ricercatrice di Storia dell’architettura e responsabile del progetto insieme a Serena Pini (Comune di Firenze) – furono presentati nel convegno La Sala Grande di Palazzo Vecchio e i dipinti di Leonardo (Firenze, 14-16 dicembre 2016), a cura del Dida, in collaborazione con l’Istituto Tedesco di Storia dell’Arte di Firenze e la Biblioteca Leonardiana del Comune di Vinci”.

Il filmato, dal taglio divulgativo e  fornito di una versione anche in inglese, è frutto di una ricerca iconografica appositamente curata da Daniela Smalzi (Dida) e affronta anche il tema della memoria del frammento: “Dell’affresco di Leonardo, che iniziò a dipingere la scena nota come Lotta per lo stendardo, non ci è rimasto neanche il cartone preparatorio – ricorda ancora Ferretti –. Il lavoro fu presto interrotto perché la pittura non si asciugava, per un difetto della tecnica sperimentale usata. Ma esistono le copie che gli artisti contemporanei trassero dal cartone o dalle tracce rimaste sul muro, opere – richiamate dal nostro video – che riprendono la straordinaria potenza espressiva con cui Leonardo concepì la rappresentazione di una battaglia”.

Nel filmato si fa anche il punto sulla fallimentare tecnica sperimentale usata da Leonardo che probabilmente  non volle realizzare un affresco, ma una vera e propria pittura a olio su parete. Così come si dà conto dei recenti studi su un altro punto controverso, l’iscrizione “Cerca Trova” presente in una delle bandiere sullo sfondo dell’affresco di Vasari, segno che sarebbe stato lasciato – secondo un’interpretazione che si è affermata nel tempo – dall’artista aretino per localizzare sotto la propria opera i resti della pittura incompiuta di Leonardo. “La lettura più recente,  basata su una attenta riconsiderazione delle fonti,  segnala, invece, che potrebbe  trattarsi di tutt’altro – conclude Ferretti -: un richiamo sarcastico e sprezzante al verso dantesco ‘Libertà vo cercando che è si cara’ che compariva sulle bandiere dei fiorentini antimedicei, capeggiati da Bindo Altoviti, nemico di Cosimo I de’ Medici. Nella battaglia di Marciano rappresentata nell’affresco vasariano le truppe dei ‘fuoriusciti’ combatterono, infatti, al fianco dei francesi contro le truppe di Cosimo I e furono sconfitti”.

 

 


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