Obiettivo Campus sostenibili

Gli atenei possono dare un contributo importante alla sostenibilità ambientale. Per questo Unifi si è impegnata negli ultimi tre anni a promuovere iniziative e soprattutto una maggiore consapevolezza sul tema.
Orto urbano ecosostenibile. Firenze, viale Morgagni campus sostenibili
Orto urbano ecosostenibile. Firenze, viale Morgagni

Tre anni fa, l’attuale rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei si impegnava nel dare una veste formale all’attività dell’ateneo sulla sostenibilità ambientale istituendo una delega specifica. Era parte di uno sforzo in corso in tutto il mondo in cui le università cominciavano a muoversi sulla sostenibilità, con l’idea che gli atenei potevano dare un contributo importante. Certo, a Firenze si faceva già molto lavoro sulla sostenibilità in termini di ricerca e di insegnamento, ma non ci eravamo ancora impegnati su quella che a volte viene definita la “terza missione” dell’università: quella di essere un supporto concreto di insegnamento, di esempio, e di conoscenza per la cultura, la salute e la prosperità della comunità nella quale l’università vive.

La delega assegnata al sottoscritto inizialmente prevedeva più che altro un lavoro di comunicazione via web sull’argomento sostenibilità ambientale. Ma ci siamo accorti quasi subito che per fare buona comunicazione non basta un sito web: ci vuole qualcosa da comunicare. E allora abbiamo cominciato a guardare che cosa si faceva nel mondo e ci siamo accorti che le università del Nord Europa erano già attive da anni nella promozione della sostenibilità e noi non potevamo certo rimanere indietro.

Come si dovrebbe fare sempre, ho cominciato cercando di imparare da chi ne sa più di me. Una delle prime cose che ho fatto come delegato alla sostenibilità è stata un viaggio all’Università di Lancaster, in Inghilterra, un’università piccola ma molto quotata per la sua attività educativa e culturale sulla sostenibilità. E, devo dire, è stata un’esperienza notevole: non solo c’è una pala eolica nel centro del campus di Lancaster, ma gli studenti sono quotidianamente impegnati in attività sostenibili di ogni tipo, incluso coltivare gli orti universitari per rifornire di ortaggi la mensa. Per non parlare poi di come tutto è bene organizzato per la massima efficienza e i minimi consumi energetici.

Un altro esempio preso in considerazione è stata l’Università di Basilea, in Svizzera, che lavora sia in progetti di ricerca sulla sostenibilità, ma anche incoraggiando progetti degli studenti, per esempio su una migliore gestione dei rifiuti. Basilea è una città dove troviamo una bellissima integrazione fra università, governo locale e cittadini, per gestire l’ambiente urbano in modo sostenibile: ci sono orti urbani collettivi, il trasporto pubblico è efficiente, la gestione dei rifiuti molto curata. Fra le tante cose, il comune di Basilea affida ai privati cittadini la gestione delle aiuole delle strade, incoraggiandoli a competere per l’aiuola più bella e più spettacolare.

Ho esaminato anche altri esempi, come l’Università di Amburgo, in Germania, anche questa molto impegnata nel lavoro sulla sostenibilità, che ha organizzato il primo convegno internazionale sulla sostenibilità nei campus universitari e con la quale l’Ateneo Fiorentino ha collaborato per l’organizzazione del secondo simposio internazionale (11 – 12 dicembre 2018). Questa Università ha un centro di ricerca specifico dedicato alla sostenibilità, con particolare attenzione alle problematiche locali. Il centro si ispira ai 17 obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite e lavora su molteplici piani: economia, sociologia, leggi internazionali, e promozione della pace.

Ma torniamo all’Università di Firenze. In tre anni di lavoro, abbiamo formato un gruppo di discussione sul web, creato un sito web e una pagina Facebook, e soprattutto, da un anno ormai, l’Università di Firenze ha un Green Office (responsabile Stefano Dominici), che si dovrà espandere per gestire tutte le attività di sostenibilità ambientale. Dovrà anche fare da centro informativo per tutte le varie questioni che ci siamo trovati a fronteggiare: dalla gestione dei rifiuti nei vari edifici universitari, al risparmio energetico, incluso il trasporto sostenibile e lo sforzo di evitare sprechi nelle mense.

Il lavoro ha dato dei buoni risultati anche nella pratica: abbiamo installato fontanelli pubblici per ridurre l’uso di bottiglie di plastica, abbiamo installato una prima “ecotappa” al polo di Sesto per la gestione di rifiuti domestici particolari, come bombolette spray, toner, piccoli elettrodomestici e altro. Questa ecotappa sarà presto replicata in altri edifici del nostro ateneo. Sono nati anche due orti urbani ecosostenibili (uno si trova presso la residenza universitaria di viale Morgagni).

Università di Firenze, un fontanello nelle sedi dell'Ateneo
Università di Firenze, uno dei fontanelli collocati nelle sedi dell’Ateneo

 

E abbiamo anche fatto parecchia disseminazione in forma di convegni e conferenze aperte al pubblico, anche nell’ambito della “Settimana dello Sviluppo Sostenibile” organizzata da ASVIS. Soprattutto abbiamo cercato di aprire un dialogo con i cittadini di Firenze e le zone limitrofe basandoci sull’idea che l’università non è solo un centro di ricerche, ma può e deve essere un punto di riferimento per tutti.

Senza entrare in dettaglio, aggiungo che abbiamo anche cercato di espandere l’attività relativa alla sostenibilità anche a livello internazionale. L’anno scorso abbiamo ospitato a Firenze la “Summer Academy” del prestigioso Club di Roma, mentre quest’anno – come già detto – avremo a Firenze il secondo “Simposio Internazionale dei Campus Sostenibili” organizzato insieme all’Università di Amburgo.

Un ringraziamento collettivo ai tantissimi studenti, ricercatori, docenti, e amministrativi Unifi (e non solo) che hanno fatto del loro meglio per dare una mano e a Franco Bagnoli, recentemente nominato dal rettore Luigi Dei, che mi sostituirà come delegato per il prossimo triennio.

 

 


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