Un sistema online di allerta caldo per lavoratori agricoli e non solo

Primi risultati di un progetto europeo a cui partecipa il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente (Dispaa) e il Centro di Bioclimatologia (Cibic).
Diritto d'autore: Serg_v / 123RF Archivio Fotografico allerta caldo
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La prima piattaforma online capace di prevedere su tutto il territorio europeo il rischio da caldo per i lavoratori di cinque settori produttivi, personalizzando le indicazioni in base alle caratteristiche fisiche del lavoratore, al vestiario indossato, all’intensità dello sforzo e all’eventuale esposizione al sole.

E’ il risultato di Heat-Shield (“Integrated inter-sector framework to increase the thermal resilience of European workers in the context of global warming”), progetto europeo del programma Horizon 2020, a guida danese e con la partecipazione di 20 centri di ricerca e imprese internazionali, cui l’Ateneo fiorentino partecipa con il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente (DISPAA) e il Centro di Bioclimatologia (Cibic). La presenza italiana nel progetto quinquennale (2016-2020) è completata dall’Istituto di Biometeorologia (Ibimet) del CNR, da INAIL e dal Centro Regionale Infortuni Malattie Professionali (CeRIMP).

Il prototipo della piattaforma informatica (http://heatshield.zonalab.it/) è stato presentato a Roma in un workshop presso Inail giovedì 21 giugno: il sistema, che sarà di libero utilizzo da parte di lavoratori, datori di lavoro e in generale di chi si occupa di salute in ambito lavorativo, fornisce all’utente nel settore agricolo, delle costruzioni, dei trasporti, del turismo o manifatturiero una previsione personalizzata del rischio da caldo fino a 5 giorni, con suggerimenti sulla quantità di liquidi da reintegrare e di riposo da osservare durante i momenti più critici della giornata. La piattaforma fornisce anche una previsione di lungo periodo (fino a 46 giorni) del rischio da caldo, utile per migliorare la pianificazione e l’organizzazione delle attività lavorative.

“Si tratta di una soluzione tecnologica innovativa per tutelare la salute dei lavoratori dai rischi connessi al cambiamento climatico – spiegano Simone Orlandini, direttore del DISPAA, e Alessandro Messeri (Cibic) – Il climate change, infatti, aumenta la frequenza e l’intensità delle ondate di calore, che interessano l’Europa e soprattutto l’area mediterranea. I lavoratori, ad esempio dell’agricoltura o dell’edilizia, si trovano ad operare in condizioni pericolose per la salute a causa dell’esposizione diretta e prolungata alla radiazione solare, per le temperature elevate e l’alto tasso di umidità dell’aria”.


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