Uniche e fragili, le farfalle dell’Arcipelago toscano

Minacciate dai cambiamenti climatici, le farfalle insulari della Toscana sono al centro di uno studio durato 15 anni, che ne ha ricostruito caratteristiche genetiche e storia evolutiva, e di un progetto, nato per proteggere la loro diversità.

Hanno popolato con la loro bellezza le isole dell’Arcipelago toscano e qui si sono differenziate, ma quelle stesse caratteristiche che le hanno rese uniche, adesso le mettono a rischio di estinzione. L’evoluzione delle farfalle insulari, le variazioni genetiche che hanno incrementato la diversità dell’Arcipelago toscano e le minacce a cui sono soggette queste specie, sono il cuore dello studio “Rise and fall of island butterfly diversity: Understanding genetic differentiation and extinction in a highly diverse archipelago”, coordinato da Leonardo Dapporto e pubblicato sul numero di ottobre della rivista di conservazione della natura Diversity and Distributions.

Come evolve la diversità di un’isola? Quali fattori rendono differenti le popolazioni insulari da quelle delle terre circostanti, a seguito di una particolare, e spesso unica, storia evolutiva, e talvolta portandole all’estinzione?

“Per rispondere a queste domande, che hanno appassionato biologi e naturalisti da molto tempo prima dei celebri studi di Darwin e Wallace – racconta Dapporto, ricercatore di Zoologia del Dipartimento di Biologia -, abbiamo impiegato 15 anni, durante i quali abbiamo analizzato un gene molto particolare, il gene mitocondriale per la citocromo ossidasi (COI).”

Il gene COI è caratterizzato da un‘altissima variabilità sia tra specie diverse che tra popolazioni della stessa specie che tuttavia, per vari motivi storici, sono state caratterizzate da storie evolutive diverse. Le informazioni in esso contenute possono spiegare molto della storia di una popolazione e delle forze ecologiche a cui è sottoposta.

“Abbiamo raccolto e sequenziato il gene COI in individui di tutte le popolazioni di tutte le 48 specie che vivono nelle sette isole dell’Arcipelago toscano – spiega Dapporto – Il confronto con individui di Sardegna, Corsica e Toscana ha permesso di capire quali popolazioni dell’Arcipelago siano endemiche dell’area insulare tirrenica e da quale settore del Mediterraneo abbiano colonizzato, in origine, le sette isole. Lo studio anche ha evidenziato che le caratteristiche ecologiche di alcune specie come la capacità migratoria, l’uso di piante ospiti, la fenologia e la tolleranza climatica , potrebbero averne facilitato nel corso dei millenni la differenziazione, ma al tempo stesso facilitarne, oggi o in prossimo futuro, una possibile estinzione”.

Il dato principale, e purtroppo allarmante, che emerge dallo studio è infatti che le specie che sono maggiormente responsabili dell’elevata biodiversità di queste isole, sono anche quelle che hanno mostrato un tasso di estinzione più alto sulle singole isole negli ultimi dieci anni. In particolare l’isola di Capraia ha visto svanire una parte considerevole della propria diversità di farfalle, probabilmente a causa dei cambiamenti climatici e della carenza di copertura forestale, che avrebbe potuto mitigare gli effetti delle temperature crescenti.

“Il nostro lavoro – commenta il ricercatore – identificando quali siano per ogni isola le specie che contribuiscono maggiormente alla diversità genetica, rappresenta non solo un straordinario strumento conoscitivo per capire i meccanismi che regolano l’origine della diversità insulare, ma anche una risorsa essenziale per la conservazione diretta della diversità delle farfalle. Non a caso oltre ad autori appartenenti a cinque università e due centri di ricerca nazionali e internazionali, allo studio hanno contribuito il direttore del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano Franca Zanichelli, il presidente del Parco Regionale della Maremma Lucia Venturi e Umberto Mazzantini, del direttivo nazionale di Legambiente”.

Ma le notizie non sono solo cattive, all’Isola d’Elba da quasi dieci anni il team di ricercatori ha creato il Santuario delle Farfalle “Ornella Casnati di Monte Perone”: un’area nella quale la conservazione diretta delle farfalle si associa ad attività didattiche e di divulgazione, per far conoscere e proteggere al meglio la diversità unica delle farfalle delle isole toscane.


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