Come nasce un falso storico: la “nuovissima” casa di Dante

Per il settimo centenario della morte di Dante, la biblioteca di Architettura propone una mostra bibliografica, un incontro e due visite guidate per documentare come, al tempo di Firenze capitale, per i 600 anni dalla nascita del poeta, si arrivò alla progettazione e successiva realizzazione di un falso storico, la "nuovissima" casa di Dante.
frontespizio casa dante
Frontespizio di E. Frullani G. Gargani, Della casa di Dante : relazione con documenti al Consiglio generale del Comune di Firenze, Le Monnier, 1865 (piazza S. Martino)

L’occasione delle celebrazioni dantesche 2021 invita a riconsiderare le modalità con cui nell’ambito del Seicentesimo anniversario della nascita di Dante (1865), si giunse alla proposta di identificare un luogo urbano come significativa testimonianza in grado di evocare il Poeta assunto a simbolo delle Glorie della recente Nazione unitaria.

Le celebrazioni per i 600 anni della nascita del Poeta avvenivano, infatti, all’indomani della discussa elezione di Firenze a Capitale d’Italia ed assumevano una significativa valenza politica per il riconoscimento della unità della Nazione anche di fronte ai governi ed agli stati europei.

E la possibile identificazione del luogo/luoghi di vita del Poeta e della famiglia Alighieri era anche un pretesto per delineare una precisa immagine cittadina incentrata sulla valorizzazione di monumenti simbolo di Firenze, dal Bargello a Palazzo Vecchio, dalla Badia Fiorentina a S. Croce, a S. Maria Novella e quanto altro.

Ma è interessante seguire lo svolgersi dei fatti che hanno condotto alla meravigliosa invenzione della casa di Dante e delle sue pertinenze.

In vista delle celebrazioni del Seicentesimo anniversario della nascita del Poeta l’Amministrazione Comunale fino dal 1863 aveva istituito una Commissione per i festeggiamenti e per avviare ricerche sulle abitazioni degli Alighieri; una significativa svolta nei lavori della Commissione si verificava però nel maggio 1864 quando veniva specificatamente incaricato delle ricerche “sulla casa abitata in questa città da Dante Alighieri” il cav. avv. Emilio Frullani “che ha già istituito indagini” e il “perito e paziente investigatore di scritture antiche” sig. Gargano Gargani. Inoltre il Consiglio Comunale deliberava (4 maggio) che “quando la casa attualmente creduta casa di Dante od altra si potesse con sufficiente certezza credere che fosse stata da lui abitata il Municipio ne avrebbe trattato l’acquisto”.

Gli esiti delle ricerche venivano illustrati nella seduta del Consiglio Comunale del 4 febbraio 1865 e pubblicati mentre prendevano il via i festeggiamenti (12-18 maggio 1865) inaugurati alla presenza del Re il 14 maggio, con la collocazione in piazza S. Croce del monumento a Dante realizzato  dallo scultore Enrico Pazzi.

Occorre però attendere il 1868 perché i lavori della Commissione trovino realizzazione con l’acquisto degli immobili individuati come abitazioni degli Alighieri e posti in prossimità della chiesa e piazza S. Martino.

Un supporto decisivo per la individuazione della dimora dantesca venne fornito dalle indagini condotte sul campo dall’ing. Mariano Falcini, incaricato dalla stessa Commissione comunale di eseguire i rilievi degli immobili nonché saggi sui materiali e le tecniche costruttive in modo da accertarne la veridicità e la datazione.

La circostanziata “relazione artistica” del Falcini, letta nella seduta consiliare del 10 marzo 1868, non nascondeva la problematica identificazione della dimora dantesca e comunque la incerta  riconoscibilità. Le cautele dell’ing. Falcini furono però superate dalla decisione dell’Amministrazione di acquisire gli immobili (proprietà Mannelli Galilei) suggeriti dalla relazione Frullani-Gargani e per i quali si prevedeva la restituzione del “carattere e fisionomia della antica casa dantesca”.

Nonostante gli argomenti e i documenti che mettevano in discussione le scelte delle Commissioni comunali, i lavori di riedizione degli immobili venivano completati nel 1910 con la trasformazione del piano terreno in “abitazione di arteficie trecentesco” in modo da ricostruire oltre l’immagine, anche l’atmosfera domestica dell’ambiente urbano. La ricostruzione della scena urbana vedeva inoltre il restauro della vicina torre della Castagna nonché la riconfigurazione della piazzetta con la sistemazione del pozzo e il rinnovamento in stile degli edifici contermini.

Ma l’intervento ricostruttivo della casa di Dante si colloca nel più generale clima di “reinvenzione del medioevo” che ha interessato molta parte del tessuto edilizio del centro cittadino senza escludere edifici monumentali importanti, tutti interessati da robusti “restauri” adatti a costruire una facies medievale destinata a superare il tempo storico!

Giuseppina Carla Romby

L’incontro con Giuseppina Carla Romby, per le “Archistorie” della Biblioteca di Architettura, si terrà mercoledì 29 settembre. Maggiori dettagli sull’iniziativa, che include l’esposizione e le visite, sono online.


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