I disturbi del comportamento alimentare, tra ricerca di base e studi clinici

Gli effetti delle adipochine sulla muscolatura gastrointestinale e il loro ruolo nei disturbi del comportamento alimentare al centro di un progetto di ricerca.

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) rappresentano ad oggi un problema sanitario di considerevole impatto sociale, rappresentando, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la seconda causa di morte tra gli adolescenti dopo gli incidenti stradali. Tuttavia, studi scientifici dimostrano che se la diagnosi di tali disturbi è precoce ci sono buone probabilità di recupero. Sebbene i DCA abbiano origine multifattoriale, i sistemi endocrini e neurobiologici legati al metabolismo e al ciclo fame-sazietà sembrano rivestire un ruolo sempre più importante. Tra i DCA l’anoressia nervosa, ad esempio, è caratterizzata da alterazioni nella produzione di adipochine, proteine prodotte dal tessuto adiposo che, tra i molteplici effetti, regolano l’assunzione degli alimenti.

Per questo motivo, è importante chiarire il ruolo delle adipochine nella complessa comunicazione tra tessuto adiposo, sistema gastrointestinale e sistema nervoso e valutarne le eventuali oscillazioni dei livelli ematici in pazienti con DCA.  Il nostro progetto si inserisce quindi in questa tematica.

L’aspetto maggiormente innovativo e ambizioso di questo studio è stato proprio quello di integrare ambiti scientifici ed expertise apparentemente distanti, come la ricerca di base e la ricerca clinica, per cercare di chiarire il ruolo di alcune adipochine nel ciclo fame-sazietà individuando nuovi possibili marker diagnostici e/o prognostici che possano essere precocemente indicativi.

Gli studi di base hanno evidenziato che un’adipochina, l’adiponectina, esercita effetti sulla muscolatura gastrica che tendono a favorire la distensione della parete dello stomaco, suggerendo che possa esercitare in tal modo un effetto inibitorio sul ciclo fame-sazietà anche a livello periferico. Lo studio clinico che valuta l’andamento nel tempo dei sintomi tipici dei soggetti con DCA e dei loro livelli di adipochine nel sangue è ancora in essere. Tra le adipochine analizzate, la leptina pare la più coinvolta nel modulare l’espressione dei comportamenti alimentari patologici, mentre i dati relativi all’adiponectina sono ancora in corso di definizione.

Questo progetto – spiegano i responsabili scientifici Roberta Squecco del Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica e Giovanni Castellini di Scienze della Salute – ha certamente contribuito ad ampliare le nostre conoscenze scientifiche, e ha consentito di formulare proposte che si sono già concretizzate nella presentazione di altri progetti di ricerca sul tema, ampliando il network anche a livello internazionale.

La ricerca, finanziata dall’Ateneo fiorentino per circa 41mila euro, ha coinvolto  altri studiosi Unifi tra cui Maria Caterina Baccari, Valdo Ricca, Rachele Garella (assegnista retribuita con parte dei fondi del presente progetto) e Eglantina Idrizaj (assegnista).

 

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Roberta Squecco racconta il progetto di ricerca


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