Conosciamo la biodiversità dei fiumi toscani

E' un delicato equilibrio ambientale quello che ha al centro i corsi d'acqua, spesso però percepiti come una minaccia per il rischio alluvioni. Per preservare e gestire questo ecosistema complesso è necessario conoscerlo, a cominciare dalla fauna che lo abita, come i chirotteri. Un'iniziativa di divulgazione del Sistema Museale di Ateneo e della LIPU sul tema.
Archivio fotografico 123rf - Riproduzione riservata
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Il tema della conservazione della biodiversità si fa sempre più urgente e pressante via via che nuovi fattori concorrono a minacciare flora e fauna mettendo a rischio non solo le specie, ma compromettendo anche la funzionalità delle reti ecologiche e deturpando la bellezza del paesaggio naturale.

Tra le principali cause di perdita della biodiversità ci sono senz’altro le modificazioni ambientali dovute all’azione dell’uomo, l’introduzione di specie aliene, l’inquinamento e la progressiva sottrazione di suolo. In questo contesto, che comporta inevitabilmente negative ripercussioni anche sulla nostra economia e sul nostro benessere, si possono mettere in atto alcune iniziative per limitare i danni e cercare di mantenere un accettabile livello di biodiversità.

Proprio nel campo della gestione sostenibile del territorio, i fiumi rivestono un ruolo di primaria importanza: nelle loro acque e lungo le loro rive si ritrovano spesso elevati livelli di biodiversità per la presenza di una vegetazione complessa e strutturata e di numerose specie di animali acquatiche e terricole. Ma non solo. Una delle più importanti funzioni dei corsi d’acqua è quella di indispensabile “corridoio ecologico” per i movimenti delle specie, permettendo un collegamento fra aree a diversa funzione (come ad esempio aree di rifugio e aree di alimentazione), ma anche uno scambio genetico fra le popolazioni di una stessa specie, la colonizzazione di nuovi territori e il ripopolamento di quelli dove la fauna è scomparsa per un eccessivo disturbo antropico.

Per questi motivi la corretta gestione dei corsi d’acqua, che siano piccoli torrenti o grandi fiumi, è un argomento cardine nella conservazione della biodiversità, specialmente in aree urbanizzate.

Foto di Paolo Agnelli
Foto di Paolo Agnelli

Un esempio concreto dell’importanza dei corsi d’acqua per la fauna riguarda i Chirotteri. Studi specifici sulla dislocazione dei rifugi diurni dei pipistrelli mostrano come siano preferiti quelli più vicini ai corsi d’acqua e anche per quanto riguarda l’attività di caccia notturna, si è scoperto che avviene soprattutto su torrenti, fiumi e laghi a maggior naturalità. Perché allora i pipistrelli preferiscono i corsi d’acqua con le formazioni riparie più complesse e strutturate? Tre sono i motivi principali.

  1. I pipistrelli trascorrono l’intera giornata nei loro rifugi e nella stagione estiva possono facilmente disidratarsi. Al momento dell’uscita serale il bisogno di bere è spesso impellente e la vicinanza dell’acqua permette di dissetarsi velocemente e di essere subito pronti a iniziare la caccia.
  2.  Durante la notte, i pipistrelli si muovono utilizzando una sorta di “sonar” a ultrasuoni, che gli permette di cacciare anche nel buio più completo. Il fiume è un ambiente ideale sia per la presenza di abbondanti insetti-preda, sia perché l’utilizzo del sonar è facilitato dalla presenza della superficie liscia e inconfondibile dell’acqua e della doppia parete di vegetazione che lo affianca. Per questo i fiumi e i torrenti vengono utilizzati dai chirotteri come delle vere e proprie vie preferenziali per muoversi ogni notte tra i rifugi e le aree di foraggiamento. Ovviamente questa funzione di “corridoio ecologico” aumenta al crescere della complessità strutturale della vegetazione ed è ancora più importante quando ai lati del corso d’acqua la vegetazione è ridotta o artificiale come nel caso di aree coltivate, prati e aree aperte in generale.
  3. Sappiamo che in condizioni di forte vento gli insetti volatori si muovono al riparo degli alberi e così, anche in nottate ventose, i pipistrelli possono continuare a cacciare vicino alla fila di alberi situati sulla riva sottovento.

Se vogliamo conservare la bellezza della natura anche negli ambienti dove noi viviamo, più o meno antropizzati che siano, la corretta gestione dei corsi d’acqua è il primo obiettivo da raggiungere. Solo così potremo incrementare le presenze vegetali e animali anche in luoghi distanti dalle campagne e dalle aree più naturali.

Scopo del Convegno “Fiumi e Natura” promosso dal Sistema Museale di Ateneo e da LIPU venerdì 5 aprile prossimo, con relatori dei tre atenei toscani e di altri esperti di istituti di ricerca è quello di condividere le conoscenze della comunità scientifica per diffondere una maggiore sensibilità e attenzione alla gestione di questi ambienti e perché chi amministra questi beni ambientali possa farlo nel migliore dei modi.


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