Centrali geotermiche a emissioni zero

E' l'obiettivo di un progetto di ricerca europeo a cui partecipa il Dipartimento di Ingegneria industriale.
Centrale geotermica - Archivio fotografico 123rf.com - riproduzione riservata
Centrale geotermica - Archivio fotografico 123rf.com - riproduzione riservata

Impianti geotermici a emissioni zero: è questa la sfida e l’obiettivo di un progetto di ricerca europeo, finanziato nell’ambito di Horizon 2020 con circa 16 milioni di euro, appena avviato, a cui partecipa anche l’Università di Firenze, con il Dipartimento di Ingegneria Industriale.

Il progetto si chiama GECO, cioè “Geothermal Emission COntrol” (controllo delle emissioni della geotermia) e intende contribuire alla produzione di energia geotermica sostenibile con tecnologie innovative. In particolare il metodo che il gruppo, composto da 18 partner europei – fra quelli italiani anche Graziella Green Power S.p.A. e il Consiglio Nazionale delle Ricerche -, intende studiare e applicare è il confinamento sicuro delle emissioni gassose degli impianti nel sottosuolo. Tra i partners italiani anche

Nel programma di GECO ci sono infatti quattro siti in cui saranno sperimentate le tecnologie: un serbatoio basaltico ad alta temperatura in Islanda; un serbatoio di roccia (gneiss) ad alta temperatura in Italia, a Castelnuovo; un serbatoio vulcanico-clastico ad alta temperatura in Turchia; un serbatoio sedimentario a bassa temperatura in Germania.

“La soluzione, testata con successo in un impianto pilota in Islanda – spiega Giampaolo Manfrida coordinatore del team UNIFI insieme a Daniele Fiaschi -, prevede che i gas siano catturati e dissolti in una corrente di acqua, che viene reiniettata nel serbatoio. I gas acidi disciolti aiutano a migliorare la permeabilità delle rocce, e promuovono la fissazione definitiva del carbonio sotto forma di minerali. Ciò garantisce il sequestro integrato dell’anidride carbonica e delle emissioni inquinanti, con benefici rilevanti per l’ambiente rispetto alle soluzioni oggi applicate”.

Esempio dei sistemi di sequestro dei gas non condensabili praticato nel progetto GECO
Esempio dei sistemi di sequestro dei gas non condensabili praticato nel progetto GECO (fonte: Carbfix Project – www.carbfix.com)

La finalità del progetto è diffondere tecnologie energetiche sostenibili a zero emissioni, per questo comprenderà uno studio approfondito riguardante le implicazioni economiche ed ambientali delle soluzioni analizzate.

Il progetto prevede infine momenti formativi e seminari interdisciplinari destinati a formare verso la geotermia sostenibile geologi, ingegneri, ricercatori ed operatori del settore.

“Il contributo del Dipartimento di Ingegneria industriale, che riceverà un finanziamento di circa 487.000 euro  –  aggiunge Manfrida  – consiste nella modellazione e progettazione preliminare del treno di ricompressione interrefrigerato da applicarsi al sito di Castelnuovo, nella valutazione delle possibilità di integrazione di processo con il ciclo termodinamico in modo da limitare l’effetto negativo sulle prestazioni dell’impianto di conversione energia. Il dipartimento, inoltre, condurrà nei diversi siti analisi exergo-ambientali basate sui dati Life Cycle Analysis, in modo da individuare i componenti dell’impianto con maggiore impatto sulle prestazioni ambientale e proporre soluzioni migliorative”.

 


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