Test sierologici a Unifi, report della campagna

L’Ateneo ha promosso una campagna di test sierologici – svolti su base volontaria - in attuazione delle disposizioni e alle misure di contenimento della diffusione dell’infezione da virus Covid-19.
Foto - I test sierologici sono stati svolti presso il campus delle Scienze sociali a Novoli
I test sono stati svolti presso il campus delle Scienze sociali a Novoli

A seguito dell’approvazione del protocollo tra Regione Toscana e Università toscane (DGR n.624 del 18/05/2020) denominato “Ricerca ed Alta Formazione in sicurezza in Toscana”, in attuazione delle disposizioni nazionali e regionali relative alle misure di contenimento della diffusione dell’infezione da virus Covid-19, è stata effettuata da UNIFI una campagna di test sierologici rivolta al personale docente, ricercatore, tecnico e amministrativo, collaboratori ed esperti linguistici, assegnisti e dottorandi dell’Ateneo.

Il test si è svolto nei giorni compresi tra il 31 agosto e il 2 settembre 2020, presso il Polo delle Scienze Sociali di Novoli, dove è stato allestito per l’occasione un centro prelievi e test.

Il test, la cui partecipazione era su base volontaria, è stato eseguito con le seguenti modalità:

  • esecuzione di test rapido attraverso rilevazione qualitativa di anticorpi IgG e IgM del virus SARS-Cov-2 in campioni umani di sangue intero da pungidito;
  • in caso di esito positivo, il dipendente è stato sottoposto contestualmente e nella stessa sede, al tampone rinofaringeo per rilevazione della presenza di sRNA del virus SARS-Cov-2.

A coloro che si sono sottoposti al test è stato chiesto successivamente di compilare un questionario anonimo on line per raccogliere informazioni di contesto utili per successivi studi di carattere statistico ed epidemiologico. Queste informazioni, riguardanti in particolare le abitudini di vita e le condizioni di confinamento, si ritiene che possano fornire, in particolare, notizie sulla popolazione di riferimento per garantire la protezione dall’emergenza sanitaria in atto e la successiva ripresa in presenza delle attività istituzionali.

 

La popolazione di riferimento e i tassi di partecipazione

Con la Circolare del Rettore n.15/2020 del 17 luglio 2020, tutto il personale appartenente ai ruoli oggetto di intervento era stato invitato a esprimere il proprio interesse all’effettuazione dei test sierologici nell’ambito delle misure di contenimento della diffusione del virus COVID-19.

Al 31 agosto 2020 la popolazione di riferimento era composta da 4.905 persone, suddivisa in 1.715 Unità di Personale docente e ricercatore, 1.459 unità di Personale Tecnico-Amministrativo e Dirigenti (a tempo indeterminato e determinato), 75 Collaboratori linguistici, 765 Assegnisti e 891 Dottorandi.

Hanno manifestato il proprio interesse alla partecipazione al test 1.511 persone (30,8%), alcune delle quali non hanno potuto poi essere presenti al test nelle date successivamente individuate. Infatti, i presenti al test sono stati 1.375, pari al 28,0% degli invitati e al 91% dei prenotati.

Dei 1.375 invitati alla compilazione del questionario, 1.177 hanno completato il questionario e 141 lo hanno lasciato incompleto per un totale di 1.318 contatti Di questi 1.075 hanno autorizzato il trattamento dei dati personali e 102 lo hanno negato. A seguito dei controlli di congruenza, i questionari validi sono risultati 1.010. Il tasso di partecipazione complessivo lordo (tutti i contatti) è stato di circa il 96% che si riduce al 75,5% se si considerano solo i questionari validi. Solo a titolo esemplificativo per un confronto dimensionale, ha compilato il questionario circa il 20,6% della popolazione invitata a partecipare alla campagna sierologica.

 

Il questionario e il campione dei rispondenti

Il questionario è stato costruito sulla base di un questionario ISTAT utilizzato a livello nazionale per l’indagine di sieroprevalenza sul SARS-COV-2. Si è voluto in tal modo garantire quanto più possibile il confronto con i dati raccolti in altri contesti, limitando conseguentemente le specifiche di analisi più propriamente legate al contesto accademico.

Il questionario è stato somministrato dal 11 al 28 settembre 2020 a tutti i 1.375 partecipanti al test, con invito di compilazione alla propria casella di posta istituzionale.

Il campione finale, a seguito dei controlli di coerenza, è costituito dai 1010 rispondenti che hanno completato il questionario e autorizzato il trattamento dei dati. Il campione è composto in maggioranza da donne (oltre il 60%) e la fascia di età più rappresentata è quella tra i 40 e i 60 anni. L’80% dei partecipanti all’indagine risiede nell’area metropolitana fiorentina.

Dal punto di vista della rappresentatività del campione dei rispondenti, si osserva una presenza superiore di donne nel campione rispetto alla popolazione di riferimento a cui era rivolta l’indagine e una maggiore presenza di intervistati nella fascia di età compresa fra i 40 e i 60 anni mentre i partecipanti con età minore di 40 anni sono meno presenti nel campione rispetto alla loro quota nella popolazione di riferimento.

 

I principali esiti

L’indagine ha evidenziato condizioni complessivamente positive del personale impegnato nella ripresa delle attività. Non solo, infatti, gli esiti diretti del test sierologico hanno dimostrato la scarsa esposizione al contagio del personale osservato: la percentuale di coloro che hanno dichiarato di essere risultati positivi al sierologico fra coloro che hanno risposto al questionario è inferiore al 2% e nessuno di loro è risultato positivo al tampone, ma anche i comportamenti e le condizioni generali di salute che sono stati dichiarati possono essere considerati rassicuranti.

Riguardo alle attività professionali e personali, dal periodo di lockdown in poi sono state ridotte sensibilmente quelle che prevedevano maggiori interazioni sociali: si è ridotto il personale che ha svolto la propria attività in sedi diverse, il numero di partecipanti a eventi pubblici si è ridotto di due terzi, si è dimezzato il numero di coloro che hanno richiesto prestazioni a parrucchieri e estetisti. Si può quindi evidenziare un comportamento in linea con quanto richiesto dai decreti della presidenza del consiglio per un maggior distanziamento sociale.

La maggioranza degli intervistati nel periodo di lockdown e nel periodo precedente dichiara di non aver avuto contatti diretti con persone non coabitanti e pochissimi sono stati i rispondenti che hanno dichiarato di aver avuto contatti con molte persone.

Riguardo all’igiene personale e le protezioni, si segnala l’attenzione al lavaggio delle mani (mediana 8 volte al giorno), l’uso della mascherina nei luoghi pubblici (oltre il 70%) e il generale distanziamento di almeno un metro da altre persone (quasi il 60%).

Pochissimi hanno lavorato costantemente in presenza dall’inizio del lockdown (3,3%), così come in pochi hanno lavorato completamente a distanza fino alla data di compilazione del questionario (18,6%). La prevalenza degli intervistati ha lavorato alternando prestazioni in presenza con quelle da remoto, normalmente utilizzando la propria postazione di stanza individuale o a uso congiunto.

Gli spostamenti negli ultimi sei mesi in paesi esteri, quando consentito, sono molto limitati (12,3%) come i contatti con persone affette da COVID-19 (2,4%), prevalentemente familiari o colleghi di lavoro e in un periodo antecedente ai 14 giorni che precedevano il test sierologico di Ateneo.

Il benessere fisico del personale negli ultimi sei mesi appare complessivamente buono: poche sono state le sintomatologie insorgenti dichiarate, prevalentemente rientranti nella fattispecie dei sintomi influenzali (dolori, stanchezza, mal di testa, tosse, mal di gola), e mai con percentuali superiori al 18% degli intervistati. Tali sintomatologie si sono attenuate passando dal periodo più propriamente invernale (fase prima del lockdown), a quello primaverile (fase durante il lockdown), fino a quasi essere eliminate nella fase estiva (fase dopo il lockdown).

Fra le patologie di cui il personale ha dichiarato di essere affetto troviamo in prevalenza la rinite allergica (25,2%) e l’ipertensione (15,1%). Poche le patologie dichiarate nelle altre fattispecie, specialmente quelle più gravi.

Si è già ricordato che al test sierologico solo una percentuale inferiore al 2% è risultata positiva e nessuno dei casi è stato confermato come positivo al successivo tampone mentre prima alla campagna di test dell’Ateneo il 14,1% dei soggetti si era sottoposto a test COVID-19 e solo un soggetto era risultato positivo.

Sempre in relazione ai comportamenti, si segnala che circa il 22% del campione si era vaccinato contro l’influenza nel periodo ottobre 2019 e gennaio 2020 e pochi soggetti hanno dichiarato di essere attualmente fumatori (13,2%), mentre una percentuale superiore (24,8%) ha risposto di aver fumato in passato.

In conclusione, l’assenza di soggetti positivi al tampone rinofaringeo e la limitata presenza di persone risultate positive al test sierologico non consentono di trarre ulteriori indicazioni di carattere epidemiologico a completamento del quadro informativo dello screening sierologico. Non risultano, al momento, possibili deduzioni adeguatamente supportate dai dati che consentano l’individuazione di fattori rischio ma, d’altro canto, questa notizia avvalora l’avvenuta ripresa in sicurezza delle attività in Ateneo nel mese di settembre.

 

Il report qui pubblicato è a cura di Paolo Bonanni (DSS), Alessandra Petrucci (DiSIA) con la collaborazione di Gianni Aristelli (Supporto all’Organizzazione e alla Pianificazione Strategica e Integrata) e di Stefano Mariani (DiSIALab)


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