La Villa Rucellai, detta anche Villa Lo Specchio – dimora che il mercante e umanista fiorentino Giovanni Rucellai si fece realizzare su progetto di Leon Battista Alberti nel 1456 in un sobborgo di Firenze, a Quaracchi – cela un prezioso segreto.
L’edificio – la cui proprietà dopo l’alluvione del 1966 è passata all’Ateneo fiorentino, che ne ha fatto una delle sedi didattiche per gli studi di Agraria – presenta il primo caso documentato di utilizzo su strutture portanti lignee della tecnica artistica dell’incamottatura. La pratica, descritta anche da Cennino Cennini nel suo “Libro dell’arte”, prevedeva l’applicazione di una tela di lino, imbevuta di colla, per pareggiare la superficie del legno e renderla liscia per l’apposizione successiva dello strato preparatorio, così come del disegno e della pittura. L’incamottatura, o impannatura, era impiegata usualmente nei dipinti su tavola e nelle sculture lignee ma non sono noti esempi di sua applicazione su strutture portanti, come ad esempio travi oggetto di decorazione.
Un team interdisciplinare guidato da Marco Togni, docente di Tecnologia del legno e utilizzazioni forestali del Dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali (DAGRI), durante indagini conoscitive sulle componenti lignee della Villa Rucellai, ha osservato e studiato in particolare due capriate del sottotetto dell’edificio, sulle quali sono state ritrovate, sotto la decorazione molto degradata, strisce di tessuto di lino che sono state datate col metodo del radiocarbonio a un periodo precedente alla costruzione della Villa. “Ci siamo dedicati molto a lungo alla ricerca di un altro esempio simile nelle pubblicazioni, senza trovarlo, benché a Firenze e in Italia esistano numerosissimi edifici storici con strutture lignee decorate – ha commentato Togni -. Si tratta, al momento, di un unicum”.
L’indagine è stata anche oggetto di una pubblicazione sull’International Journal of Conservation Science, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – sezione di Firenze e con l’Istituto Centrale per il Restauro di Roma (“The discovery of «marouflage» on decorated structural timber in a villa of the XV century” www.ijcs.uaic.ro ), di cui ha dato notizia anche il magazine “Recupero e Conservazione”.