Pompei, le prove del DNA riscrivono la storia delle persone sepolte nell’eruzione vulcanica
Su Current Biology ricerca dell’Università di Firenze, dell’Università di Harvard e del Parco Archeologico di Pompei
Su Current Biology ricerca dell’Università di Firenze, dell’Università di Harvard e del Parco Archeologico di Pompei
I ricercatori dell’Ateneo fiorentino hanno partecipato a uno studio che ha analizzato i resti biologici rinvenuti sull’isola ed è stato pubblicato su Quaternary Science Reviews
Uno studio sul genoma pubblicato su PNAS a cui ha collaborato il Dipartimento di Biologia evidenzia che individui coinvolti nella battaglia di Hymera in Sicilia contro i cartaginesi avessero antenati originari da Europa Nord Orientale, Caucaso e steppe euroasiatiche
Un nuovo studio, coordinato dalle Università di Firenze, Jena e Tubinga accredita la tesi che si tratti di un popolo autoctono ed esclude invece un legame con l’Oriente. I risultati della ricerca illustrati sulla rivista Science Advances
Il passaggio dalla caccia all’agricoltura e dal nomadismo alla sedentarietà significò per l’uomo fare i conti anche con nuove malattie. La conferma è arrivata da uno studio di paleogenomica che ha preso in esame l’evoluzione della Salmonella lungo 5.000 anni di storia. Alla ricerca hanno collaborato il Dipartimento di Biologia e il Sistema Museale d’Ateneo.
Ricostruite le dinamiche migratorie post-Neolitiche nelle isole del Mediterraneo occidentale. Pubblicato su Nature studio internazionale sul DNA antico, coordinato dall’Ateneo e dalle università di Vienna e Harvard.
Primo studio internazionale sulle sepolture di due siti longobardi in Italia e in Ungheria. La ricerca – guidata dall’Università di Firenze, dal Max Planck Institute di Jena e da atenei USA – è stata pubblicata su Nature Communications e getta nuova luce sulla vita delle comunità longobarde e sulla loro interazione con le popolazioni locali.
Il menù dell’Uomo di Neanderthal? Rinoceronte, muflone, funghi e pinoli, ma anche muffe con cui probabilmente si curava. Dal DNA del tartaro dentale, recuperato da reperti antichissimi, emergono informazioni sull’alimentazione e la salute dei nostri antenati.