Azioni Jean Monnet, finanziati quattro progetti Unifi

Diritto nella sicurezza online e nello sport, urbanistica e mediazione dei conflitti saranno i temi affrontati nelle lezioni svolte in alcuni corsi di studio dell'Ateneo
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Nuovi finanziamenti dall’Unione Europea per Unifi. I fondi stanziati riguardano il Programma Erasmus+ per le Azioni Jean Monnet che coprono il triennio 2024-2027 e promuovono insegnamento e ricerca su ambiti, obiettivi e valori cardine dell’UE. Quattro i progetti al via – una cattedra e tre moduli – che abbracciano urbanistica, diritto, sicurezza online, sport e mediazione dei conflitti.

PracticEUA: rigenerazione delle aree urbane secondo l’Agenda Europea

Valeria Lingua

Sono già iniziate le attività della Cattedra dedicata a The European Urban Agenda into Practice: Regional Design for Transformative Cities – PracticEUA”, di cui è titolare Valeria Lingua, professore di Urbanistica del Dipartimento di Architettura (DIDA). Finanziato con 50mila euro, il progetto promuove un programma didattico innovativo, centrato sull’implementazione dell’Agenda Urbana Europea da una prospettiva urbanistica improntata all’utilizzo di metodi e tecniche del Regional Design, con particolare attenzione ai temi della  “green” e “just city”, insieme a quelli legati alla transizione digitale.

“La Cattedra – spiega Lingua – si propone di fornire conoscenze e soluzioni progettuali per la rigenerazione di aree urbane caratterizzate da problemi complessi, promuovendo vision d’area declinate in progetti di livello locale. L’obiettivo principale – prosegue – è formare le future generazioni di architetti e pianificatori territoriali in grado di sviluppare le competenze progettuali e politiche necessarie a garantire la rigenerazione di quartieri e città, così da svolgere un ruolo attivo nello sviluppo sostenibile, adattando a livello locale l’agenda urbana europea”.

Inoltre, servendosi di casi di studio reali, PracticEUA proporrà soluzioni di progettazione definite in collaborazione con autorità locali, professionisti, associazioni e cittadini, svolgendo attività partecipative e workshop di co-design.

“Quest’anno – conclude la docente – l’approfondimento riguarda il Contratto di fiume Elsa, per il quale il DIDA ha stipulato una convenzione con 11 comuni. Il nostro compito sarà di sviluppare un progetto ad ampio respiro sul bacino dell’Elsa, che preveda lo sviluppo di vision progettuali per l’intero bacino e di interventi specifici di riqualificazione delle diverse aree che si affacciano sul fiume”.

La Cattedra è dedicata agli studenti dei laboratori di urbanistica nei corsi di laurea triennale e magistrale di Pianificazione e quinquennale di Architettura, nonché dei seminari tematici “Designing Regional Futures” e “Visioning for spatial planning”.

DIGI_DATA yes: diritto e tutela dati personali nel mondo digitale

Antonio Gorgoni

Il consenso nell’ambiente digitale e i rischi connessi alla tutela online dei dati personali sono al centro del progetto europeo Erasmus Jean Monnet “Users’ personal DATA, targeting, privacy and contractual consent on DIGItal platforms in EU Private Law (DIGI_DATA yes)”.

Coordinato da Antonio Gorgoni, docente di Diritto privato del Dipartimento di Scienze Giuridiche (DSG), il progetto ha ricevuto dalla Commissione europea 30mila euro di finanziamento. Prevede la realizzazione di 40 ore di lezione, sia di didattica frontale che di attività pratiche, durante le quali interverranno anche esperti del settore.

Le lezioni saranno l’occasione per ripensare il bilanciamento tra la libertà dell’iniziativa economica privata nella Rete e la tutela dei diritti fondamentali della persona, a partire dalla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce regole armonizzate sull’Intelligenza Artificiale. Oltre a Unifi, DIGI_DATA yes conta la partecipazione delle Università di Rijeka (Croazia) e di Leiden (Olanda).

“Il progetto – spiega Gorgoni – mira a offrire un’analisi delle fonti normative europee sul digitale e verificare se e come le piattaforme si siano adeguate alle leggi. I dati disseminati in rete vengono utilizzati dai titolari del trattamento e da altri soggetti per ricostruire profili della personalità degli utenti. Ormai, la libertà del consenso prestato per legittimare il trattamento dei propri dati personali o per acquistare beni di consumo deve essere ripensata, dal momento che la mera distinzione ‘capace o incapace di intendere e volere’ non risponde più alle nuove sfide originate dall’economia digitale, alla luce anche delle diverse e sempre nuove tecniche manipolatorie utilizzate online”.

Sporting: l’importanza della pratica sportiva per il futuro dell’UE

Giulia Mannucci

L’importanza dello sport in vari ambiti fondamentali del diritto dell’Unione Europea è al centro del progetto coordinato da Giulia Mannucci, professoressa di Diritto amministrativo del Dipartimento di Scienze Giuridiche (DSG). In partenza il prossimo gennaio, con un finanziamento di 20mila euro, prevede lezioni frontali e seminari. Al progetto – che trae origine dal filone di studio inaugurato da Leonardo Ferrara, professore di Diritto amministrativo – partecipa, oltre allo stesso Ferrara, Ippolito Piazza, ricercatore presso il medesimo Dipartimento.

“Lo sport rappresenta un tema preminente del Diritto dell’Unione Europea – spiega Mannucci – non solo perché muove capitali economici molto rilevanti, ma anche perché è veicolo di inclusione e integrazione”.

Sporting prevede l’attivazione di un corso “trasversale” di Diritto dello sport, volto a offrire le basi della disciplina. Inoltre, ogni anno del triennio sarà dedicato a uno specifico focus: nel 2024 verranno analizzate le potenzialità dello sport negli sforzi di integrazione, in particolare nei riguardi di migranti e persone con disabilità, senza trascurare la condizione femminile.

“Durante le lezioni e i seminari, dedicati a studenti di giurisprudenza e scienze motorie, affronteremo il tema secondo un approccio olistico, mostrando i vari ambiti di interesse (salute, economia e inclusione) ed evidenziandone le attuali criticità. Vogliamo accompagnare i nostri studenti in una riflessione sui diritti garantiti dalla pratica sportiva ed elaborare percorsi di sensibilizzazione che coinvolgano cittadini e istituzioni”.

EU PeaceMed: i diplomatici del futuro imparano a costruire la pace

Giovanni Scotto

Il modulo si propone di formare studenti e cittadinanza sui temi relativi alla mediazione dei conflitti internazionali, con l’obiettivo principale di diffondere conoscenze più approfondite sul ruolo dell’Unione Europea nei vari contesti di guerra nel mondo, in particolare in Africa. È coordinato da Giovanni Scotto, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, e si avvale di un finanziamento di 30mila euro.

EU PeaceMed nasce dalla constatazione che in Italia sussiste una forte carenza nella formazione specifica su questi temi e molto spesso si parla di pace in maniera astratta – afferma Scotto –. Il progetto, quindi, mira a fornire conoscenze specifiche e innovare le competenze di quanti intraprendono carriere in ambito internazionale”.

In primo luogo, il corso si rivolge agli studenti Unifi iscritti al corso di laurea triennale in “Sviluppo sostenibile, cooperazione internazionale e gestione dei conflitti” e alla magistrale in “Economics and development” e si svolgerà in collaborazione con la Syracuse University di New York, che ha una sede distaccata proprio a Firenze.

Verrà poi coinvolto il tessuto sociale fiorentino in merito alle tematiche affrontate nel corso. “Organizzeremo un evento in collaborazione con l’ufficio Europe Direct del Comune di Firenze, grazie al quale potremo confrontarci con gli esperti del territorio in costruzione di pace e risoluzione dei conflitti internazionali” spiega Scotto.

Eu PeaceMED si occuperà anche della formazione dei giornalisti. “Insieme all’Associazione Culturale 46° Parallelo, composta da giornalisti esperti in risoluzione dei conflitti e famosa per la pubblicazione dell’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo – conclude Scotto –, ci impegneremo ad accrescere le conoscenze ‘in materia di pace’ dei cronisti, spesso più abituati ad affrontare dinamiche di guerra”.


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