Il DILEF si racconta nelle pagine della sua Rivista

La pubblicazione digitale open access a flusso editoriale dinamico intende diffondere gli studi condotti dal dipartimento
Foto Archivio Unifi

Una finestra sulle attività del dipartimento, un ponte per raggiungere studiosi stranieri e una palestra di formazione dedicata a giovani ricercatori. Sono i tre obiettivi principali di “DILEF. Rivista digitale del Dipartimento di Lettere e Filosofia”, diretta dal Direttore del Dipartimento, Pierluigi Minari. Nata come una rivista interamente digitale, la pubblicazione intende ospitare saggi e discussioni frutto dell’attività di ricerca di membri e collaboratori del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze. La rivista è articolata in cinque sezioni, di cui quattro – Antichità e Filologia, Filosofia, Letteratura italiana e Romanistica, Linguistica – rispecchiano gli ambiti di studio delle rispettive Sezioni dipartimentali DILEF. La quinta, Note di Umanistica Digitale, ribadisce l’importanza attribuita al Laboratorio di Informatica Umanistica (che a sua volta riprende il curriculum in Umanistica Digitale offerto nel dottorato in Filologia, Letteratura italiana, Linguistica) nell’ambito del Progetto Dipartimenti di Eccellenza finanziato dal Ministero nel periodo 2018-2022.

“La rivista – spiega il vicedirettore esecutivo Marco Biffi – è stata inserita nel 2018 come uno degli elementi essenziali del Progetto Dipartimenti di Eccellenza, con le fasi di progettazione e realizzazione partite nel 2020. Per quanto riguarda i contenuti, la rivista vuole dare visibilità alle ricerche condotte dal nostro dipartimento, ma accoglierà anche lavori provenienti da studiosi esterni, italiani e stranieri”.

Siamo di fronte a una pubblicazione digitale open access a flusso editoriale dinamico: la rivista, infatti, ha cadenza annuale, ma gli articoli vengono prima pubblicati sul sito della rivista durante l’anno, via via che sono pronti, con assegnazione di un DOI. Gli articoli pubblicati, valutati da un comitato scientifico internazionale e sottoposti a un processo di peer review a doppio cieco, sono in questo modo subito messi a disposizione della comunità scientifica, in modo da consentire agli autori di compiere piccoli interventi a fronte di eventuali osservazioni prima della chiusura finale del numero. Alla fine dell’anno, a conclusione della ciclicità prevista per l’uscita della rivista, la rivista smette di essere dinamica e viene “fissata” in un numero che presenta le caratteristiche tipiche di una pubblicazione tradizionale: il formato PDF a numerazione progressiva.

“Abbiamo pensato che il Progetto Dipartimenti di Eccellenza offrisse l’occasione ideale per dare un assetto formale alle attività del dipartimento, sia attraverso la creazione del Laboratorio di Informatica Umanistica, sia attraverso uno strumento che in linea con le politiche di Ateneo facesse fluire le ricerche del DILEF nella maniera più moderna e dinamica possibile”. Biffi, che dirige già “Italiano Digitale. La rivista della Crusca in Rete”, si è fatto promotore dell’iniziativa in dipartimento. “Per noi era fondamentale che fosse un’opera digitale e moderna. Abbiamo visionato varie pubblicazioni italiane e straniere per avere un’idea di quale forma risultasse la più adatta ai nostri obiettivi”.

All’inizio, la natura dinamica della rivista ha comportato qualche difficoltà, perché il sistema normativo editoriale non era preparato ad accogliere questo tipo di progetti. “Ad esempio – illustra Biffi – ottenere il codice l’ISSN è più complicato per le riviste digitali. Ora stiamo assistendo a una velocizzazione dei processi, ma fino a pochi anni fa incontravamo non poche criticità nell’ottenere i riconoscimenti come rivista ufficiale. La prossima frontiera sarà ottenere la scientificità e il riconoscimento di rivista di fascia A, passaggio fondamentale visto che non apparteniamo alle aree con valutazione tramite indicatori bibliometrici”.

Questa rivista, dunque, servirà a divulgare gli studi su tematiche che corrono il rischio di venire relegate allo stato di ‘argomenti di nicchia’, benché abbiano dimostrato un impatto molto importante sia nella ricerca che nella società. “È rivolta agli addetti ai lavori, tuttavia tramite l’open access la rivista punta a raggiungere un pubblico molto più ampio, anche al di fuori dell’Italia – conclude Biffi –. Avrà contributi sia in italiano che in lingue straniere, così da far conoscere al di fuori del nostro Paese studi che potrebbero rimanere marginali e invogliare chi non sia abituato a sfogliare riviste italiane a leggere una pubblicazione che offre ampie garanzie di scientificità”.

Una finestra e un ponte, quindi, ma anche un’opportunità di crescita per le nuove generazioni di ricercatori: a contributi di ricercatori affermati si alterneranno articoli di dottorandi e neo-dottori, per una prima occasione di visibilità internazionale.

Oltre al Laboratorio di Informatica Umanistica, la rivista è strettamente collegata a una collana digitale costituita da volumi open access corrispondenti alle quattro aree del DILEF: “Studi e ricerche del Dipartimento di Lettere e Filosofia”. Al momento la collana vede in cantiere tre volumi e uno prossimo all’uscita, dal titolo “L’illustre volgare. Traduzioni e riscritture dantesche nelle lingue romanze” (a cura di M. Landi, S. Vuelta García e M. Graziani, Firenze, SEF, 2022), che raccoglie gli atti di un convegno su Dante tenutosi nel 2021 e condotto dai ricercatori del DILEF.

 


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