Archeologia, rinasce il Fondo Caputo

Doppio intervento per catalogare e valorizzare il materiale librario e l’archivio Unifi dell’accademico dei Lincei, attraverso un progetto competitivo di Ateneo e un PRIN
Il sito archeologico di Leptis Magna, in Libia

Dalle pagine cartacee agli ipertesti del web. Doppio intervento di valorizzazione del Fondo di Giacomo Caputo, archeologo e accademico dei Lincei, direttore della Soprintendenza Archeologica della Toscana dal 1951 al 1966 e libero docente dell’Ateneo fiorentino.

Il Fondo, di proprietà della Biblioteca Umanistica e attualmente custodito presso il Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria “Paolo Graziosi”, proviene dall’abitazione di Caputo ed è stato acquisito dall’Università di Firenze nel 2018: è composto da una biblioteca e dalla parte dell’archivio personale dedicato a studi o filoni di ricerca ai quali era particolarmente legato, relativi alla Libia ma anche alla Sicilia, alla Grecia e all’Etruria (la parte più consistente dell’archivio è stata donata in precedenza al Centro di documentazione e ricerca sull’archeologia dell’Africa Settentrionale “Antonino Di Vita” dell’Università di Macerata).

Lo scorso gennaio è partito il progetto competitivo di Ateneo, di durata biennale, che interverrà sia in ambito biblioteconomico che archivistico, con un budget complessivo Unifi di oltre 62mila euro. È coordinato da Valentina Sonzini – ricercatrice in Storia della stampa e dell’editoria del Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo (SAGAS) – che si occuperà nello specifico della catalogazione del fondo librario: seimila volumi, tra monografie e saggi specializzati, che Caputo ha utilizzato per la sua attività di ricerca.

        

“Intendiamo valorizzare i dati bibliografici contenuti nel Fondo Caputo attraverso strumenti open access che dovrebbero aumentarne in maniera sensibile la visibilità” spiega Sonzini, che nel progetto opera insieme a Laura Buccino, ricercatrice in Archeologia classica del SAGAS, ed Emanuele Zamperini, ricercatore in Restauro del Dipartimento di Architettura.

Parte consistente del corpus è dedicata alla lunga attività dello studioso in Libia, cominciata negli anni ‘30 del Novecento – con la contestuale direzione della Soprintendenza alle Antichità della Cirenaica e poco tempo dopo ai Monumenti e Scavi di tutta la Libia – e proseguita nel Dopoguerra, quando la British Military Administration lo richiamò a dirigere la struttura della Soprintendenza, fino alla costituzione del Regno Unito di Libia.

“Il traguardo finale dell’intervento sarà l’inserimento delle risorse del Fondo nel software catalografico di Ateneo e in WikiData, rendendo i materiali direttamente consultabili tramite OneSearch. Grazie alla collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Ateneo punteremo alla massima diffusione delle informazioni contenute nella biblioteca” conclude Sonzini.

La parte archivistica non sarà valorizzata unicamente dal progetto competitivo di Ateneo, ma anche dal PRIN intitolato SeMaTA (Semantic Mapping Through Archives for the safeguard, valorization, dissemination and transmission of Cultural Heritage in Libya).

“Il materiale archivistico del Fondo Caputo è composto da corrispondenze, manoscritti di articoli scientifici, appunti bibliograficicertificati e documenti vari, nonché molte foto che ritraggono diversi ambiti culturali e geografici” spiega Laura Buccino, che supervisionerà gli interventi dedicati all’archivio sia nel progetto d’Ateneo che nel PRIN.

Il progetto SeMaTA intende costruire una rete composta dagli archivi storici italiani con documentazioni inerenti all’archeologia della Libia, così da creare un database georeferenziato. Coinvolge, oltre a Unifi, l’Università di Urbino Carlo Bo (P.I. prof. Oscar Mei) l’Università “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara (prof.ssa Oliva Menozzi) e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (dott. Giulio Lucarini). L’obiettivo è valorizzare il contributo dell’archeologia italiana in Libia e offrire un supporto alla conoscenza e alla salvaguardia del ricco patrimonio storico archeologico e culturale del Paese.

“Il contributo di Unifi, grazie a un budget di quasi 54mila euro, si inserisce proprio nel censimento e nella descrizione dei documenti relativi all’archivio Caputo di Unifi” afferma Buccino, che in SeMaTA ricopre il ruolo di responsabile di unità.

Nel progetto competitivo di Ateneo, infine, gli interventi inerenti all’archivio si concentreranno anche sul materiale fotografico, che verrà catalogato e reso disponibile in rete attraverso digitalizzazione e geolocalizzazione. “Abbiamo notato che i libri della biblioteca presentano inserti, ossia fogli che sono rimasti all’interno dei volumi. L’incrocio tra le due anime del Fondo è fisiologico, proprio perché una parte dell’archivio si trova fisicamente all’interno dei volumi. La rinascita del Fondo Caputo – conclude Buccino – si baserà sulla sinergia tra fondi Unifi e fondi MUR, in un dialogo ideale tra documenti, foto e libri”.


COPYRIGHT: © 2017 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE.
Eccetto dove diversamente specificato, i contenuti di questo post sono rilasciati sotto Licenza Creative Commons Attribution ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0).

Written By
More from Giovanni Gaeta

Premio RAICES a docente di Agraria

Edgardo Giordani è stato insignito del riconoscimento destinato a scienziati argentini che...
Leggi di più