Cinque progetti Unifi vincitori del Bando Ricerca Finalizzata del Ministero della Salute

Cinque progetti Unifi – da realizzare presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi - sono risultati vincitori del Bando Ricerca Finalizzata 2016 del Ministero della Salute, che ha visto a livello nazionale la partecipazione di 1.569 progetti: ne sono stati finanziati in tutto 322, di cui 10 in Toscana.
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I ricercatori capofila dei cinque progetti Unifi sono – nella categoria “Ricerca finalizzata” – Gian Maria Rossolini, Alessandro Maria Vannucchi, Anna Linda Zignego e – nella categoria “Giovani ricercatori – Francesco Sofi e Lisa Pieri.

Le ricerche saranno rese possibili attraverso convenzioni che verranno stipulate fra Ministero della Salute e Regione Toscana oltre che fra Regione e Azienda ospedaliero-universitaria Careggi.

Sono particolari tipi di batteri resistenti agli antibiotici, i temibili CRE, responsabili  di infezioni difficili da trattare e di elevata mortalità, l’oggetto della ricerca MUSE, coordinata da Gian Maria Rossolini, docente di Microbiologia e microbiologia clinica. Il progetto, che può contare su un finanziamento di 450.000 euro, si propone di identificare e quantificare i principali fattori coinvolti nella selezione e trasmissione di ceppi di CRE nelle Unità di Terapia Intensiva, e di formulare procedure operative e linee guida volte a migliorare la qualità delle cure, mirando ad un più efficiente contenimento delle infezioni e della diffusione di questi patogeni a livello ospedaliero. In collaborazione con l’IRCCS Mario Negri, ci si avvarrà della rete GiViTI (Gruppo italiano per la Valutazione degli Interventi in Terapia Intensiva), un network di oltre 250 terapie intensive localizzate in tutto il territorio italiano; tra queste saranno selezionate 30 strutture ed arruolati circa 10.000 pazienti. In collaborazione con l’Ospedale San Gerardo di Monza saranno, invece, condotte analisi per valutare le terapie antibiotiche adottate nelle strutture coinvolte nel progetto.

La ricerca guidata da Alessandro Maria Vannucchi, docente di Malattie del sangue, vuole, invece, indagare i meccanismi molecolari con cui le mutazioni del gene calreticulina (CALR), presenti in circa un terzo dei pazienti con neoplasie mieloproliferative croniche, provocano la trasformazione tumorale delle cellule emopoietiche. Lo studio, finanziato con 370.000 euro circa, ha anche lo scopo di identificare nuovi bersagli terapeutici, inclusa la possibilità di indurre una risposta immunitaria linfocitaria contro la proteina calreticulina mutata.

Ha come oggetto lo studio delle patologie correlate al virus dell’epatite C (HCV) l’altro progetto finanziato nella categoria “Ricerca finalizzata”, a cura di Anna Linda Zignego, docente di Medicina Interna, afferente al Dipartimento ad attività integrata (DAI) Oncologico dell’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi, oltre che direttrice del Centro interdipartimentale Manifestazioni Sistemiche da Virus Epatitici (MASVE). In particolare il Centro ha individuato la capacità del virus di infettare cellule linfatiche e produce dati da cui emergono soprattutto le associazioni con disordini linfoproliferativi fino al franco linfoma, oggi efficacemente trattati con terapia anti-HCV, da sola o in associazione con terapie non eziologiche. Il programma del progetto, finanziato dal Ministero della Salute con 436.000 euro e guidato da Zignego insieme a Laura Gragnani, sarà svolto in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità.

Si occupa, invece, della Sindrome di Behçet il progetto Mamba capitanato da Francesco Sofi, docente di Scienze tecniche dietetiche applicate. Lo studio, che si è aggiudicato un finanziamento di circa 210.000 euro, si occupa in particolare del sistema gastrointestinale colpito dalla patologia infiammatoria analizzata: la sindrome, infatti, altera la quantità di batteri presenti nel nostro intestino e rende insufficiente la produzione di un acido grasso, il butirrato. La ricerca testa la possibilità che una dieta vegetariana, comprensiva di latte e di uova, determini una maggiore produzione di butirrato a livello intestinale, rispetto ad una dieta mediterranea, arricchita del supplemento di butirrato.

Si parla, infine, di medicina personalizzata per le mastocitosi sistemiche, gruppo eterogeneo di emopatie, nel progetto a cura di Lisa Pieri, già ricercatrice a tempo determinato del Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica, finanziato con poco più di 300.000 euro.


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