Chissà se quando girava i suoi documentari e riprendeva i suoi viaggi Giampiero Lang, avvocato di professione e videoamatore appassionato, immaginava che potessero arrivare fino a noi. Quaranta filmati riguardanti la vita quotidiana nella Toscana, nel periodo compreso tra gli anni ‘60 e ’80, e donati dallo stesso regista all’Università di Firenze, sono oggi accessibili sul web grazie al Laboratorio Multimediale di Ateneo, che ne ha curato la digitalizzazione, ottimizzando la qualità audio e video con specifici programmi.
Il tempo libero, le tradizioni e le abitudini della gente comune, raccontati con un linguaggio semplice ma al tempo stesso suggestivo e genuino, sono i temi ricorrenti nella produzione di Lang e offrono un prezioso spaccato di com’eravamo.
Si tratta di una produzione da cui emerge, pur in forma limitata, un carattere di professionalità. Negli anni ’60 la situazione era molto differente da quella attuale sia per le difficoltà tecniche che per i costi e il tempo necessari alla realizzazione di un filmato, allora rigorosamente in pellicola, ma la padronanza della tecnica era maggiore a livello amatoriale rispetto a oggi, nonostante smartphone e tablet siano appannaggio di tutti.
Fin dall’immediato dopoguerra i cineamatori costituirono associazioni allo scopo di promuovere il film amatoriale, e tra queste la più nota e longeva è sicuramente la FEDIC (Federazione italiana cineamatori), il cui marchio è all’inizio di molti dei filmati di Lang in 16 millimetri.
Questo formato, semi-professionale e di notevole qualità, si presta – a differenza dell’8 millimetri e del Super8 – a proiezioni su schermo di medio formato, e permette un montaggio più accurato: attualmente è ancora utilizzato, esclusivamente come negativo per la ripresa, per conferire all’immagine una resa più cinematografica.
Tale immagine viene poi digitalizzata mediante un procedimento chiamato telecinema, in modo che le fasi seguenti di lavorazione di un filmato si svolgano in dominio digitale. La donazione di Giampiero Lang, avvenuta alla fine degli anni ’90, è costituita interamente da pellicole positive sonore 16 millimetri che, a seconda della tipologia, hanno mantenuto in alcuni casi i colori originali. E anche per questo rappresentano un documento storico di grande valore.