Mineraliter. Pietre mirabili tra Medici e Natura

Un nuovo allestimento alla Specola offre un percorso di grande suggestione e bellezza attraverso le collezioni mineralogiche del Museo di Storia naturale.

19Una straordinaria selezione di pietre lavorate appartenute alla famiglia Medici, affiancata da un’esposizione di minerali naturali di rara bellezza, provenienti dall’Italia e da tutto il mondo.

E’ quanto offre il nuovo allestimento del Museo di Storia naturale dell’Università di Firenze, “Mineraliter. Pietre mirabili tra Medici e Natura”, nella sede della Specola, curato da Fausto Barbagli e Vanni Moggi Cecchi.

Il percorso ha inizio dalle origini del collezionismo rinascimentale per giungere  a mostrare la ricchezza scientifica ed estetica delle attuali collezioni mineralogiche del Museo. E’ esposta una selezione della collezione di pietre lavorate (coppe, vasi, oggetti ornamentali), per la maggior parte proveniente dal cosiddetto Tesoro dei Medici. La passione per l’arte dell’incisione di gemme e pietre dure, infatti, caratterizzò sempre la celebre dinastia, a cui si deve – per iniziativa di Ferdinando I – la fondazione dell’Opificio delle Pietre Dure nel 1588.

Nell’esposizione alla Specola, fra gli altri preziosi oggetti,  sono presenti due coppe in diaspro e una coppa in giada nefrite appartenute a Lorenzo il Magnifico, come riporta l’incisione LAURMED. Ma anche la tazza in lapislazzuli a forma di conchiglia (citata dal Vasari), acquistata da Cosimo I nel 1563 dal celebre lapicida milanese Gasparo Miseroni o lo straordinario vaso a navicella in quarzo ialino, scavato e lavorato da un unico blocco, di manifattura fiorentina della fine del XVI secolo.

Alcuni oggetti risalgono invece all’epoca lorenese, come la tabacchiera in malachite, montata in oro, di manifattura spagnola, probabile dono per le nozze di Pietro Leopoldo di Lorena con Maria Luisa di Borbone.

Nell’allestimento è poi possibile ammirare una selezione di minerali naturali provenienti da tre collezioni del Museo di Storia Naturale:  quelle di Alberto Ponis, Adalberto Giazotto e Giancarlo Brizzi. Si tratta di campioni di varie dimensioni e di grande valore estetico di quarzi, berilli, tormaline, provenienti da Italia, Brasile, Stati Uniti, Perù, Marocco. Ma l’esposizione dà spazio anche ai minerali tipici delle regioni italiane come il marmo e la pirite della Toscana, le covelline della Sardegna, lo zolfo della Sicilia.

 

 


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