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18 febbraio 202023 settembre 2021

Una piccola Scuola per avvicinarsi alla scienza della Polis

E' rivolta ai più giovani e nasce, oltre le aule accademiche, su iniziativa di un gruppo di docenti. Per conoscere i temi della politica, a partire da interessi, passioni e valori
Archivio fotografico 123rf.com - Riproduzione riservata libri studio polis
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Chi insegna all’Università conosce la sensazione che quel che dice dalla cattedra non esaurisce tutto quello che avrebbe ancora da dire a studentesse e studenti, soprattutto se potesse entrare con loro in una conversazione intensa, più articolata e vivace perché legata alle loro esperienze e domande e perché meno sottoposta a classificazioni disciplinari.

Questa è una prima motivazione fra quelle che hanno spinto un anno fa me e Leonardo Morlino (LUISS Guido Carli) a dar vita a Firenze ad una “Piccola Scuola di Politica” che è ora diretta, oltre che dal sottoscritto, da Dimitri D’Andrea e Sonia Lucarelli: due filosofi politici di UniFI e una studiosa di Relazioni internazionali dell’Università di Bologna, ciò che mantiene in piedi l’irrinunciabile mix epistemologico originario fra approccio teorico e approccio empirico. Mix che si estende per ora, nel corpo docente, all’economia, la climatologia e la sociologia; e che inoltre vede nella maggior parte delle dieci lezioni di questo primo anno il docente o la docente affiancati da chi viene dalla pratica politica o professionale, si tratti di un diplomatico, di un ex-deputato europeo, di un giornalista o di un migrante da tempo in Italia. Il corpo docente, per inciso, non proviene solo da UniFI, includendo anche la LUISS, UniPI, UniBO, la Scuola S.Anna, il CNR e l’IUE nella persona del suo Presidente. Tutto ciò non esclude che la Scuola si dichiari  e sia piccola, quindi anche povera – a tutela della sua autonomia – essendo fondata esclusivamente sulla disponibilità volontaria di un gruppo di docenti, al di fuori di ogni contatto politico o appoggio istituzionale. La  seconda motivazione per la sua nascita è propositiva.

In tempi in cui ampia è la divaricazione fra politica e scienza e perfino fra politica e un discorso pubblico guidato da criteri di razionalità e ragionevolezza vorremmo usare i nostri saperi per far vedere che tale divaricazione non è indispensabile né tanto meno produce una migliore politica. Discorso pubblico che, beninteso, non può che restare seriamente pluralistico, considerando vitale il confronto fra posizioni diverse – che sono infatti rappresentate nel corpo docente e speriamo lo siano pure nell’uditorio.

Né il corso vuole promuovere un razionalismo che risulterebbe ormai imbelle: nella prima lezione le motivazioni che ci spingono a partecipare alla vita politica verranno discusse nell’ambito della triade “interessi, passioni, valori”.

La terza motivazione riguarda i destinatari dell’iniziativa, che è aperta a tutte le cittadine e i cittadini, ma guarda soprattutto ai giovani (dall’ultima classe della secondaria superiore in su). La loro difficoltà, soprattutto nelle ultime generazioni, ad interessarsi attivamente di politica è un dato di fatto di cui la Scuola prende atto, tanto da dedicarvi anche una delle lezioni, che vedrà confrontarsi un sociologo di grande esperienza ed uno studente della magistrale con qualche esperienza politica.

Sia tuttavia chiaro che la Scuola non ha per finalità la formazione di futuri politici o amministratori, ma piuttosto quella di menti capaci di penetrare un processo così complicato come quello politico e di trovare vie efficaci per parteciparvi responsabilmente – lontano da miti e slogan, ma anche da precetti normativi supremi che risultano insensibili alla diversità di individui e gruppi e alla vischiosità dei loro affari.

La quarta motivazione per dar vita alla PSP è di natura didattica. La PSP, le cui lezioni inizieranno il 19 marzo, vuole essere una Scuola, non un ciclo di conferenze. I partecipanti potranno essere al massimo trenta, scelti dai direttori; la frequenza regolare è considerata impegnativa per chi è stato ammesso; si terranno verbali delle lezioni e delle discussioni, e sul sito potranno essere messi a disposizione materiali didattici. Si vuole insomma creare un’atmosfera seminariale che favorisca la permanente e attiva partecipazione, dando continuità al confronto di posizioni e quesiti.

Il corso, di dieci lezioni, non è esaustivo di tutto quello che a livello introduttivo può dirsi della politica. La selezione quest’anno effettuata fra questo “tutto” comprende da un lato temi generalissimi attinenti alla natura interna della polis: il rapporto fra genere e politica, il ruolo della personalità in politica, la democrazia sia nella versione filosofica sia in quella riguardante la sua evoluzione effettiva. Dall’altro lato stanno i temi attinenti alle relazioni internazionali e agli affari globali: la ristrutturazione dell’intera politica internazionale dalla fine della Guerra fredda ad oggi, la globalizzazione economica, tecnologica e culturale ed i suoi effetti sulla politica, le migrazioni come fenomeno emergente in questi nuovi scenari, ma altrettanto l’integrazione regionale pacifica come sperimentata nell’Unione europea. Infine, il problema del cambiamento del clima nei suoi aspetti fisici, economico-sociali e politici sembra essere quello che più definisce il nostro tempo e quello futuro, richiedendo così una riflessione filosofica sul suo significato e sulle sfide alla civiltà che esso pone.

La Scuola è al suo primo anno e non è detto che trovi una risonanza ed un pubblico. Può darsi che il progetto sia troppo pretenzioso, può darsi che il rapporto della maggioranza dei cittadini e dei giovani con la politica si sia irrimediabilmente guastato. A chi non pensa sia così vorremmo chiedere un contributo di attenzione e di promozione per il nostro esperimento d’impegno civico.

 

Piccola Scuola di Politica – Iscrizioni entro il 29 febbraio 2020, informazioni sul sito

 


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