Da Kabul a Firenze inseguendo un sogno: studentessa afghana si laurea in Infermieristica

Per la Giornata internazionale degli studenti, J. S. racconta la sua storia: dalla fuga dall'Afghanistan a un passo dal traguardo fino alla discussione della tesi davanti agli amici che ha conosciuto in Unifi
Juwairia Sarwari

Arrivare a un passo dal proprio sogno e vederselo portare via. Essere costretta a fuggire dal proprio paese e ripartire da zero in un altro, da sola. È la storia di J.S., studentessa afghana di 26 anni, arrivata in Italia nel 2022 come rifugiata politica. Una storia che ha trovato il suo lieto fine nell’Ateneo fiorentino, perché lo scorso 31 ottobre J.S. ha conseguito la laurea triennale in Infermieristica.

Giunta a Firenze grazie alla Fondazione Emmanuel – Don Francesco Tarantini per le Migrazioni e il Sud del Mondo, che le ha fornito una borsa di studio triennale e un alloggio presso il Campus di Morgagni, la studentessa ha dovuto ricostruire sia la propria vita che il proprio percorso accademico.

A Kabul era iscritta al corso di laurea in Tecnico dell’anestesia, una figura professionale non presente in Italia, assimilabile a quella dell’infermiere di sala operatoria. Aveva frequentato quattro anni e le mancava solo un mese per potersi laureare. L’avvento del nuovo regime ha interrotto la sua carriera accademica ormai al traguardo, ma ha anche spinto lei e la sua famiglia a scappare.

“Ho scelto l’Università di Firenze perché qui potevo riprendere il percorso verso la professione infermieristica nel migliore dei modi – racconta –. Purtroppo, non è stato possibile riconoscere gran parte degli esami sostenuti in Afghanistan e sono dovuta ripartire dal primo anno”.

“All’inizio non è stato facile – prosegue J.S. –. La barriera linguistica era totale perché non conoscevo l’italiano. I professori di Unifi mi hanno presentato il Centro linguistico di Ateneo e i corsi di lingua per gli stranieri organizzati dall’Università di Firenze, che ho frequentato insieme alle lezioni fornite dal Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira.  Inoltre, durante i primi appelli i docenti mi hanno permesso di sostenere le prove orali in inglese. Dal secondo anno ero in grado di sostenere gli esami in lingua italiana”.

Importante è stato anche il supporto psicologico fornito da Unifi, non solo nell’ambito prettamente accademico. “I momenti difficili sono stati tanti. Quando sono arrivata non conoscevo nessuno e la mia famiglia era in Germania. Vedersi quasi azzerati i risultati raggiunti in Afghanistan è stato un duro colpo e durante le prime attività di tirocinio a volte ho temuto che il lavoro dell’infermiera non fosse la mia strada. Parlare con gli specialisti dell’Ateneo mi ha dato forza e mi ha aiutato a capire che non avevo sbagliato percorso e che l’infermieristica era il mio destino”.

Nella scelta dell’argomento della tesi, J.S. ha voluto simbolicamente concludere ciò che non era riuscita a terminare in Afghanistan: “Ho portato il ruolo dell’infermiere nell’assistenza anestesiologica. Alla discussione erano presenti tanti amici e colleghi italiani che ho conosciuto in questi tre anni. Qui ho trovato una seconda casa e per questo ho deciso di rimanere a Firenze”.

“Sono contenta di avercela fatta – conclude J.S -. Per me, per la mia famiglia e per tutte le ragazze e le donne afghane che non possono studiare più. Vorrei incoraggiare gli studenti stranieri che arrivano in Italia: se ci sono riuscita io, possono riuscirci anche loro”.


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