Per interagire in maniera efficace con l’ambiente che ci circonda è importante considerare il numero di azioni da compiere. Per esempio, quante azioni servono per togliere delle mele da un cesto?
Nonostante questa sia una capacità fondamentale per gli esseri umani, i meccanismi alla base di questo processo sono pressoché sconosciuti. In un recente studio compiuto dai ricercatori Unifi sono state analizzate le modalità con cui le informazioni numeriche sono rappresentate nel cervello umano: i test hanno evidenziato l’esistenza nel nostro cervello di un meccanismo sensomotorio, ossia di un sistema neurale che si occupa di trasformare un numero visivo in un corrispondente numero di azioni.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati su eLife, nell’articolo Sensorimotor mechanisms selective to numerosity: evidence from individual differences (DOI: https://doi.org/10.7554/eLife.92169.1).

“Per la prima volta nell’essere umano abbiamo scoperto e descritto un meccanismo in grado di tradurre simboli numerici, ossia cifre scritte, in sequenze numeriche di azioni” spiega Giovanni Anobile, coordinatore scientifico del progetto e docente di Psicobiologia e psicologia fisiologica del Dipartimento di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco e Salute del Bambino (NEUROFARBA). Anobile ha guidato un team di ricercatori composto dal docente di Psicobiologia e psicologia fisiologica David Charles Burr e dalle giovani ricercatrici Irene Petrizzo e Daisy Paiardini; il progetto è stato realizzato con il contributo di Guido Marco Cicchini del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa.
“Oltre a svelare un nuovo meccanismo numerico condiviso tra azione e percezione – prosegue il docente – questa ricerca può offrire una base per futuri studi sull’apprendimento della matematica nei bambini in età scolastica: in particolare, la scoperta di questo traduttore sensomotorio potrebbe aprire nuove prospettive sulla discalculia evolutiva, nonché su altri casi di disturbi dell’apprendimento”.
“Una delle teorie più note sulla discalculia, infatti, ipotizza che sia originata da problemi precoci di carattere neurale che incidono nella capacità di definire quanti oggetti vediamo. Questo studio va oltre il ruolo della visione aprendo una nuova prospettiva dove il numero di azioni rappresenta un fattore cruciale. Nei bambini, il meccanismo da noi rilevato potrebbe avere un’importanza decisiva nello sviluppo delle abilità matematiche e nella comprensione dei numeri”.