Come percepiamo sicurezza e benessere negli spazi che viviamo ogni giorno? E in che modo i nostri corpi si relazionano a questi luoghi? Un gruppo di 70 studentesse e studenti della Scuola di Architettura Unifi ha affrontato queste domande attraverso un’esperienza creativa e partecipativa basata sul body mapping.
Questa tecnica interdisciplinare, che trasforma il corpo in una metafora del territorio, viene utilizzata come strumento di indagine in diversi campi del sapere, dalla psicologia all’urbanistica. In questo caso, guidati da docenti e tutor, i partecipanti hanno affrontato un percorso in due fasi: nella prima, ognuno ha creato una mappa del proprio corpo, arricchita con simboli, immagini e parole per rappresentare esperienze personali e sensazioni legate alla sicurezza e al benessere. Successivamente, suddivisi in sei gruppi, hanno lavorato collettivamente su mappe dei “corpi-territorio” delle città di Firenze e Prato, sedi dei corsi di studio frequentati. Attraverso il confronto, sono emerse riflessioni profonde su come i corpi vivano e percepiscano gli spazi urbani, facendo emergere zone di comfort e disagio.
“Un risultato particolarmente significativo – evidenzia Daniela Poli, docente di Tecnica e pianificazione urbanistica – è stato il riconoscimento degli spazi universitari come luoghi protetti e accoglienti, percepiti come punti di riferimento per sicurezza e cura. Questo dato sottolinea il ruolo fondamentale dell’Università non solo come istituzione formativa, ma anche come promotrice di città più inclusive e attente all’equità di genere.”
“Città e Università libere dalla violenza di genere: riflessioni e pratiche di body mapping“, questo il nome del seminario, è stato organizzato dal Dipartimento di Architettura (DIDA) nell’ambito delle iniziative promosse da Unifi per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Promosso dai corsi di Laurea Magistrale in Pianificazione e progettazione per la sostenibilità urbana e territoriale, Triennale in Pianificazione della città, del territorio e del paesaggio e dal Master “Città di genere. Metodi e tecniche di pianificazione urbana e territoriale”, è stato coordinato dalle docenti Daniela Poli e Maddalena Rossi e ha visto l’intervento di Maria Paola Monaco, delegata per l’inclusione e la diversità, che ha illustrato le politiche e le azioni messe in campo dall’Università di Firenze per contrastare la violenza di genere e promuovere ambienti inclusivi.
“L’attività ha dimostrato non solo il valore del body mapping come strumento di analisi e progettazione urbana – prosegue Poli -, ma anche l’importanza di coinvolgere le giovani generazioni in un cambiamento culturale. Attraverso questa esperienza, studentesse e studenti hanno contribuito attivamente a immaginare e costruire spazi urbani più sicuri e inclusivi per tutte e tutti”.