Nelle zone aride del pianeta, l’acqua rappresenta una risorsa vitale e preziosa per la produzione di cibo, per la vita quotidiana e per la salute degli ecosistemi. In questi climi non esistono fiumi perenni e si verificano rare precipitazioni molto intense, concentrate in pochi giorni dell’anno.
In tali situazioni, la raccolta dell’acqua piovana (water harvesting) rappresenta spesso l’unica fonte di approvvigionamento idrico per le popolazioni nomadi e residenti. Piogge intense, su un vasto territorio, possono essere raccolte e conservate dove l’acqua è necessaria. Tecnologie come la raccolta dell’acqua piovana da tetti, dighe sotterranee capaci di intercettare il deflusso sotterraneo, trincee e microsbarramenti su versanti e la deviazione delle acque di piena di fiumi stagionali, o wadi, rappresentano misure in grado di assicurare un sostentamento a comunità, sistemi agricoli ed ecosistemi.
Il Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali (GESAAF), è attivo da 20 anni su ricerche e progetti realizzati in contesti svantaggiati e nella cooperazione internazionale, nell’ambito della gestione sostenibile delle risorse naturali, e in particolare della risorsa idrica. Da settembre del 2017, il Dipartimento ha creato il Water Harvesting Lab, guidato da Elena Bresci.
L’esperienza del WH Lab, formato dai dottorandi Beatrice Laurita, Kamar Khazal – oltre a chi scrive – e da Fabio Salbitano, si è sviluppata negli ultimi tre anni, durante i quali il gruppo di ricerca ha lavorato in Etiopia, sulla progettazione partecipata di water harvesting su fiumi stagionali e sui benefici del water harvesting per l’ecosistema, in Kenya e Brasile, per la ricerca dei siti ottimali per la raccolta dell’acqua, e in Guatemala, coinvolto in cantieri pilota per il test di tecnologie appropriate con le comunità coinvolte.
In ognuno dei progetti, il team del laboratorio ha sempre coinvolto la comunità locale, collaborando per realizzare opere funzionanti, che tenessero conto dei saperi locali, e ha stretto relazioni con le Università estere coinvolte, prima fra tutte la Mekelle University in Etiopia. Nel corso delle attività, si è creata una sinergia di visione e obbiettivi con tutte le istituzioni coinvolte.
Tale sinergia ha permesso al GESAAF di creare un corso internazionale sul Water Harvesting a partire dall’anno accademico 2015/2016. Il corso, che è alla sua terza edizione, si svolge online, permettendo sia la frequenza di studenti stranieri, sia la possibilità di Guest Lecturers da Università estere, in particolare quelle localizzate nelle zone aride e semiaride del Pianeta.
Nelle precedenti edizioni, il corso ha visto la frequenza di più di 50 studenti, con la possibilità di iscrizione gratuita per studenti da zone aride e contesti svantaggiati. Concepito come uno spazio di condivisione delle conoscenze fra l’Università di Firenze, altre Università e studenti sparsi per il mondo, ha contribuito a creare relazioni, progetti e ricerche nell’ambito della gestione delle risorse idriche nelle zone aride.
La terza edizione del corso, che ha come tema “In situ Water Harvesting for resilient farming systems”, inizierà a Febbraio 2018. Le iscrizioni sono aperte fino al 15 gennaio 2018.