Liberazione, uno stornello contro la guerra: l’Ateneo ricorda Aldo Casilli

La vicenda dello studente di Agraria è stata ricostruita grazie alla documentazione custodita nell’Archivio Storico di Unifi
Aldo Casilli, in una foto conservata nell'Archivio Storico dell'Ateneo

Durante la Seconda guerra mondiale oltre 250 studenti del nostro Ateneo persero la vita nei diversi teatri di un conflitto cercato da Mussolini solo per un cinico azzardo. Tra loro c’era anche Aldo Casilli, un ragazzo di 21 anni, la cui vicenda è stata ricostruita grazie alla documentazione custodita nell’Archivio Storico dell’Università di Firenze.

Dopo l’arruolamento come autista nel Regio Esercito e poi nell’esercito della Repubblica Sociale Italiana, Aldo decise di disertare. Nel novembre del 1943 si era iscritto alla Facoltà di Agraria e stava preparando due esami. Il 24 maggio 1944, durante una licenza per sostenere il secondo esame, decise di non rientrare nel reparto in cui militava e raggiunse la fattoria di Nipozzano, a Pelago, dove viveva la sua famiglia.

Nell’agosto dello stesso anno il fronte arrivò anche in quelle zone. I partigiani e gli alleati incalzavano i tedeschi e le milizie fasciste, che a loro volta ordinavano evacuazioni e perpetravano rastrellamenti ed eccidi.

L’11 agosto anche gli abitanti di Nipozzano furono costretti ad abbandonare le loro case e marciare verso Rufina. Durante il tragitto, temendo una deportazione in Germania, Aldo colse l’occasione per fuggire insieme a due amici e si nascose nel fosso Macinaie. Lì scrisse un resoconto della fuga e uno stornello in cui, con ironia e disperazione, riportò i suoi pensieri di ragazzo impaurito dalla violenza che lo circondava, dalle razzie tedesche e dalle bombe degli alleati.

Il 25 agosto 1944 Nipozzano fu fuori dal territorio di battaglia e Aldo riuscì a tornare a casa. Il giorno dopo, il 26 agosto, il ragazzo accompagnò un artificiere inglese durante un sopralluogo nei campi della fattoria. Purtroppo, l’artificiere urtò una mina e l’esplosione uccise entrambi.

Il 29 novembre del 1952 il rettore Bruno Borghi conferì la laurea in Scienze Agrarie ad Aldo, come ad altri 103 studenti caduti nel conflitto, che si aggiunsero ai 40 ricordati da Piero Calamandrei il 10 novembre del 1945, all’inaugurazione del primo anno accademico dopo la Liberazione.


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