Anniversario della Liberazione di Firenze dall’occupazione nazifascista

Dai documenti dell’Archivio storico dell’Ateneo la ricostruzione di quei drammatici momenti e la memoria degli studenti e laureati caduti nell’insurrezione
Foto: Archivio di Stato di Firenze, riprodotta in 'Firenze in guerra 1940-1944' (edizioni Firenze University Press)

La battaglia di Firenze è stato uno degli episodi più cruenti della guerra di Liberazione: 379 morti e 1308 feriti tra la popolazione civile e 205 caduti, 400 feriti e 18 dispersi tra i partigiani. Un prezzo sanguinoso, pagato anche dall’Ateneo fiorentino con il sacrificio dei suoi studenti e professori.

L’11 agosto 1944, il giorno dell’insurrezione, le brigate partigiane liberarono il centro storico. Il resto della città, tuttavia, rimase sotto il controllo tedesco, mentre almeno 500 cecchini fascisti vennero posizionati in punti strategici per sparare dai tetti nella zona liberata. La linea del fronte restava in movimento, tanto che il 15 agosto i tedeschi ripresero piazza San Marco, per poi essere nuovamente respinti.

In questa situazione confusa, l’Ateneo provava a ripartire. Il rettore di nomina repubblicana, l’economista Mario Marsili-Libelli, venne sostituito da un commissario rettore, Enrico Greppi (direttore della cattedra e dell’istituto di clinica medica generale e terapia medica dell’Università di Firenze), in attesa del rientro in città del rettore Piero Calamandrei (nominato alla caduta di Mussolini e fuggito dopo l’occupazione tedesca).

Il 24 agosto 1944 Greppi comunicò alle autorità militari alleate insediate in città la situazione nella quale si trova a operare l’Ateneo: le sedi erano state danneggiate, specialmente quelle di Arcetri e Careggi; i laboratori, le biblioteche e i musei erano stati depredati dalle truppe tedesche e la Facoltà di Medicina a Careggi rimaneva ancora occupata.

Greppi chiese aiuto ai militari alleati per mettere in sicurezza le collezioni de “La Specola”, trasferite nella zona di Pian dei Giullari, segnalando che una parte del patrimonio museale era stato trasferito nel Mugello ancora sotto occupazione nazifascista. Chiese anche acqua per l’Orto botanico e la fine della requisizione per scopi militari di Villa Favard, insieme a un impegno per evitare altre requisizioni di locali.

Il primo settembre Greppi e Calamandrei incontrarono il capitano americano W. E. Pratt, Education Officer del governo militare alleato. Fu l’inizio di un percorso di ricostruzione materiale e politica che porterà all’inaugurazione del nuovo anno accademico il 15 settembre 1944.

L’anno successivo, all’inaugurazione del primo anno accademico dopo la fine del conflitto, il rettore Calamandrei lesse nel discorso di apertura una lista con 52 nominativi di studenti, laureati e docenti Unifi caduti dopo il giugno del 1940. Tra loro anche chi aveva contribuito con la vita alla liberazione della città: Stanley Albini, Renato Alessandri, Aligi Barducci, Paolo Galizia, Ugo Horloch, Tina Lorenzoni, Renzo Marziali, Pier Luigi Meucci e Alberto Taiti.

I caduti dell’Ateneo a Firenze

Nella lista dei caduti dell’Ateneo, che Piero Calamandrei lesse all’apertura dell’anno accademico 1945-46, quelli riconducibili alle vicende della battaglia di Firenze sono nove (in ordine di data):

Aligi Barducci
Nato a Firenze il 10 maggio 1913, studente di economia e commercio. Sottotenente degli “Arditi incursori di Marina”. Dopo l’8 settembre del 1943 ritorna a Firenze e rifiuta l’invito di alcuni commilitoni ad aderire alla X Mas della Repubblica Sociale. Dal febbraio del 1944 partecipa alle operazioni della brigata partigiana Garibaldi “Lanciotto”, assumendo il nome di battaglia “Potente”. Il 3 agosto guidò la divisione Garibaldi “Arno”, affiancata da una compagnia canadese, all’interno dell’Oltrarno. La sera del 7 agosto 1944, mentre usciva dalla sede del comando in piazza Santo Spirito venne ferito da un colpo di mortaio. Muore per le ferite il giorno seguente. Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Renato Alessandri
Laureato in economia e commercio, nato a Firenze il 18 agosto 1907. Capitano dei bersaglieri in un reparto della divisione “Ariete”, partecipò alla difesa di Roma; e poi, sotto il nome di “Renato Bianchi”, organizzò in Roma un movimento armato clandestino destinato ad operare nel Lazio. Scoperto e ricercato dai tedeschi, riuscì a riparare a Firenze, dove, nei giorni della insurrezione, si unì alle bande partigiane che combatterono per le vie della città. Cadde in combattimento, in via Landino, l’11 agosto 1944.

Paolo Galizia
Laureato in giurisprudenza e studente in lettere, nato a Napoli il 6 giugno 1923. Nel periodo della resistenza fu membro del comitato fiorentino del Fronte della Gioventù e della direzione del giornale clandestino “La giovane Italia”. Partecipò a rischiose azioni di sabotaggio e di disarmo di caserme nazifasciste. Fu mortalmente ferito da una pallottola esplosiva nelle vicinanze del Ponte del Pino. Si spense l’11 agosto 1944. Il padre, Mario Galizia, docente di Diritto costituzionale italiano e comparato a Roma, promosse la Fondazione “Paolo Galizia – Storia e Libertà”.

Ugo Horloch
Laureato in chimica e in farmacia, nato a Frosolone il 16 agosto 1911. L’11 agosto 1944, anche senza incarichi militari, si offrì volontario per portare un ordine ad una delle brigate “Rosselli” impegnate nelle operazioni per la liberazione di Firenze. Venne colpito al Ponte del Pino l’11 agosto 1944.

Renzo Marziali, studente di economia e commercio, nato a Firenze il 13 agosto 1921. Sottotenente di fanteria, sfuggito alla cattura dei tedeschi si rifugiò a Firenze, dove entrò nella terza brigata “Rosselli”. L’11 agosto 1944 si batté valorosamente nei punti della città più insidiati dai franchi tiratori: rimasto unico ufficiale del reparto, nonostante una ferita alla coscia continuò a combattere e a rincuorare i suoi uomini sino a che non fu colpito alla testa da una raffica di mitraglia.

Alberto Taiti
Studente di economia e commercio, nato a Prato il 5 ottobre 1921; fece parte della brigata “Rosselli” e fu ucciso in combattimento a Firenze l’11 agosto 1944.

Stanley Albini
Studente di architettura, nato a Londra il 9 agosto 1920 e caduto a Firenze il 17 agosto 1944 sotto i colpi di un franco tiratore.

Tina Lorenzoni
Nata a Macerata il 15 agosto 1918, laureanda della facoltà di magistero. Crocerossina e militante della Brigata V della Divisione Giustizia e Libertà, venne catturata in un’azione per rivelare le posizioni nemiche e poi fucilata a Firenze, in via Bolognese, il 21 agosto 1944. Medaglia d’oro al valor Militare.

Pier Luigi Meucci
Laureato in lettere, nato a Firenze il 5 maggio 1917. Vicecomandante e organizzatore della banda “Perseo”, cadde a Firenze sotto il fuoco dei franchi tiratori il 22 agosto 1944.


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