“Studentessa Unifi e professionista di basket: con impegno è possibile realizzare sogni e ambizioni”.
A dirlo è Irene Ruffini, capitana della squadra di basket Use Rosa, vincitrice della Coppa Italia di Serie A2 Femminile con la squadra empolese. La cestista classe 2003 racconta la sua esperienza in occasione della Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace, proclamata il 6 aprile dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. In questa data, nel 1896, avvenne l’inaugurazione ad Atene dei primi giochi olimpici dell’era moderna.
Irene gioca a pallacanestro da una vita e ha iniziato i primi palleggi quando aveva sei anni. Oltre che sul parquet, però, è impegnata anche nelle aule dell’Ateneo fiorentino, dove frequenta il secondo anno di Scienze dell’Educazione e della Formazione all’Ateneo fiorentino.
“Accordare allenamenti e lezioni è difficile, ma non impossibile – conferma Irene –. Serve molta dedizione e costanza, nonché un’attenta programmazione del tempo. Mi alleno tutti i giorni e due volte alla settimana sostengo una doppia seduta, mattina e pomeriggio. Nei giorni in cui l’allenamento si svolge solo nel pomeriggio, posso frequentare le lezioni e prendere appunti. Certo, molte lezioni le perdo e quindi devo studiare autonomamente a casa”.
Conciliare la carriera universitaria con quella sportiva richiede molti sacrifici, che Irene ha sempre affrontato senza esitazioni, perché la palla a spicchi non è l’unico sogno che insegue.
“Sin da piccola ho sempre immaginato di poter lavorare negli asili nido come educatrice e questo desiderio ha motivato la scelta del corso di laurea. Università e sport non sono mondi antitetici, anzi – conclude –. La mia esperienza nel basket mi ha preparato a interagire con i diversi colleghi che compongono i gruppi di studio. Dall’altra parte, affrontare gli impegni universitari mi ha aiutato a mantenere sempre alta la concentrazione, aspetto fondamentale per un’atleta professionista quando scende in campo”.