GeoNight 2024, laboratorio di movimento corporeo nella Biblioteca Umanistica

La manifestazione è stata organizzata dal Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo in occasione della Notte Internazionale della Geografia

Nella prima delle due date di GeoNight 2024, la Notte Internazionale della Geografia 2024 promossa da EUGEO e supportata dall’Unione Geografica Internazionale, che viene celebrata quest’anno venerdì 5 e venerdì 12 aprile, è andata in scena l’iniziativa “Spazio Poetico. L’Università come laboratorio transitorio per corpi in fermento”, organizzata da Panos Bourlessas, ricercatore del Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo (SAGAS), e curata dalla danzatrice, coreografa e insegnante di danza contemporanea Sara Sicuro.

L’evento rientrava nel Progetto di Rilevante Interesse Nazionale 2022 (PRIN) “The city, outdoors. Learnings and practices for a more sustainable and sociable city through urban green spaces” finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca.

La manifestazione ha avuto la forma di un laboratorio di movimento corporeo e si è realizzata all’interno della corte del Plesso Brunelleschi, con l’obiettivo di ripensare lo spazio universitario, creare nuovi modi di relazionarsi a esso ed esplorare le varie possibilità trasformative presenti in un luogo spesso concepito in termini specifici e limitanti.

“La scelta della corte della Biblioteca Umanistica non è stata un caso: oltre al suo valore estetico, la corte rappresenta uno spazio transitorio tra un ‘fuori’ e un ‘dentro’; uno spazio di passaggio, trasformativo e di possibilità” spiega Bourlessas.

“L’esplorazione di queste possibilità – prosegue il ricercatore – è stata realizzata attraverso i corpi dei partecipanti, i quali hanno funzionato come veicoli che nel loro movimento multi-sensoriale hanno permesso la co-creazione di nuove relazioni situate nella corte: relazioni con se stessi, con altri partecipanti, con la corte come luogo sia concreto che emotivo, con una immaginazione già concretizzata nello spazio ma anche con una ancora da avvenire”.

“Insieme ai circa 20 partecipanti – studentesse, studenti, docenti, personale amministrativo e persone non appartenenti all’Ateneo – Sara Sicuro ha mostrato che l’università non è solo lo spazio del sapere, ma è anche uno spazio di possibilità, di immaginazione, infine di riappropriazione da chiunque lo abiti con il proprio corpo, che ha il potere creativo di trasformare lo spazio e di essere trasformato dallo spazio”.


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