Gestualità e linguaggio, una connessione funzionale

Un recente studio sull’apprendimento della lingua dei segni ha mostrato che esistono dei meccanismi di neuroplasticità che consentono di modificare le funzioni linguistiche del cervello in risposta all’esperienza

Parole e gesti sono strettamente interconnessi: la tendenza a muovere le mani mentre si parla è presente in tutte le culture e, secondo una prospettiva evoluzionistica, pare che tale relazione possa aver contribuito allo sviluppo del linguaggio nell’Homo sapiens.

Un recente studio pubblicato su Cerebral Cortex – condotto dal Fabio Giovannelli del Laboratorio di Psicofisiologia Cognitiva dell’Università di Firenze, Azienda USL Toscana Centro e Università La Sapienza di Roma – ha dimostrato che la connettività tra aree cerebrali che mediano i processi linguistici e sistema motorio può essere soggetta a un rimodellamento in risposta all’esperienza.

Attraverso la tecnica della stimolazione transcranica, è stato studiato un gruppo di persone udenti che hanno imparato ad utilizzare la Lingua Italiana dei Segni, in cui i messaggi sono veicolati principalmente da un sistema codificato di gesti eseguiti con le mani. E’ verosimile ipotizzare che in tali soggetti la connessione tra le aree motorie che controllano le mani e le aree del linguaggio sia potenziata: “I risultati dello studio mostrano – dichiara Fabio Giovannelli – che la modulazione delle risposte motorie durante compiti linguistici è più marcata e meno specifica nei partecipanti che conoscono la Lingua dei segni rispetto a quanto osservato in un gruppo di controllo formato da individui che non conoscono la Lingua dei segni”.

Nel video realizzato presso il Laboratorio Multimediale di Ateneo, Giovannelli spiega che il risultato di tale esperimento conferma, anche se solo preliminarmente, che esistono dei meccanismi di neuroplasticità che determinano trasformazioni strutturali del sistema nervoso a seguito dell’esperienza.


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