Il 4 novembre 1918 segna una data importante nel calendario del nostro paese: la fine delle ostilità della Prima Guerra Mondiale.
“Il festeggiamento della ricorrenza, la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate – spiega Fulvio Conti, docente di Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze politiche e sociali – in origine nasce soprattutto per celebrare la Vittoria dell’Italia, contribuendo così a creare il mito della Grande Guerra”.
E’ l’unica festa che è riuscita a mantenere la sua importanza nel corso della storia: la ritroviamo infatti nel calendario civile dell’Italia Liberale, poi in quello dell’Italia Fascista e infine nel calendario dell’Italia Repubblicana. L’importanza della festa resta quindi costante, ma a cambiare sarà il suo nome: nel 1949 una legge che ridefiniva il calendario nazionale ribattezzò il 4 novembre, che da Giornata della Vittoria divenne Giornata dell’Unità Nazionale, a cui l’allora Ministro della Difesa – Randolfo Pacciardi – volle aggiungere il riferimento alle Forze Armate.
Da allora l’Italia festeggia la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, che è un giorno di festa, ma non più un giorno festivo: nel 1977 infatti, in clima di austerity, la necessità di rendere più “produttivo” il calendario lavorativo degli italiani rese il 4 novembre una “festa mobile” che viene celebrata la domenica successiva.