La didattica a 360 gradi

Al via il progetto Erasmus+ SEPA360 che esplorerà le potenzialità dei video immersivi nella didattica universitaria. Unifi collabora alla ricerca, che coinvolge altri quattro atenei europei e muove i primi passi proprio a Firenze.

Esplorare le potenzialità didattiche dei video immersivi nella formazione universitaria. E’ questo l’obiettivo del progetto europeo SEPA360 (Supporting Educators Pedagogical Activities with 360 video), a cui partecipa l’Università di Firenze insieme ad altri quattro atenei europei (University of Hull – Gran Bretagna, XL University – Hasselt, Belgio, Wirtschaftsuniversität – Vienna, Austria e Thessaloniki University – Grecia).

Il primo evento formativo per approfondire l’utilità didattica dei video a 360° si svolge a Firenze dal 18 al 20 febbraio 2020: alcuni docenti – i cosiddetti Digital Champion – delle cinque università partner della ricerca faranno da pionieri, progettando e producendo dei video immersivi da poter poi utilizzare con i propri studenti. La loro esperienza potrà fungere da riferimento per i colleghi che vorranno cimentarsi con queste tecnologie

Per l’Ateneo fiorentino fanno parte del progetto il Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia (FORLILPSI) e l’Unità e-learning del Sistema Informatico dell’Ateneo Fiorentino per il sostegno ai processi di innovazione della didattica universitaria. Tra i Digital Champions UNIFI vi sono docenti provenienti da Ingegneria, Agraria, Studi Umanistici e della Formazione. Di SEPA360 parliamo con la coordinatrice dell’unità fiorentina Maria Ranieri, docente di Didattica e pedagogia speciale.

Cosa si intende per video 360?

Il video a 360 gradi è una ripresa che viene realizzata attraverso l’impiego di particolari videocamere in grado di acquisire e combinare le immagini in modo da ottenere una visuale completa dell’ambiente in cui ci si trova. Questa particolare tecnologia permette all’utente finale di personalizzare la fruizione del video: potrà infatti decidere di direzionare il proprio sguardo a destra, a sinistra o ancora di guardare in alto o in basso a proprio piacimento, proprio come farebbe se si trovasse fisicamente presente.

Ad aumentare la sensazione immersiva, contribuiscono anche i dispositivi utilizzati per la visualizzazione: è infatti possibile indossare appositi visori (già disponibili commercialmente) che rilevano i movimenti della testa e adattano, in base a questi, il punto di osservazione.

Perché utilizzare il video 360 nella didattica?

Sono ormai diversi anni che gli approcci di didattica più tradizionale e trasmissiva sono stati messi in discussione: anche le università stanno progressivamente rivedendo le proprie modalità di insegnamento e apprendimento, cercando di innovarsi attraverso un maggior coinvolgimento attivo degli studenti e delle studentesse. Ovviamente, questa evoluzione non è sempre così facile, anche perché l’università si trova a fronteggiare continuamente nuove sfide, tra cui le classi sempre più numerose, la diversificazione della tipologia di utenti e della possibilità di seguire fisicamente le lezioni. In questo senso, le tecnologie offrono spesso soluzioni praticabili, che riescono a coniugare le esigenze di partecipazione con quelle di sostenibilità.

Un particolare ambito di ricerca sta esplorando le potenzialità degli ambienti immersivi, che permettono di effettuare “esperienze vicarie”, non reali ma simili alla realtà.

Può fare un esempio?

Potremmo considerare il caso di uno studente di Agraria che si debba preparare a lavorare in un ambiente naturale completamente diverso da quello italiano: nel caso in cui non possa recarsi fisicamente sul posto, le tecnologie immersive potrebbero essere una valida alternativa, perché gli consentirebbero comunque di fare una prima esperienza (guidata) di quel luogo e delle sue caratteristiche.

Nella famiglia delle tecnologie immersive, ovviamente, esistono sottogruppi differenti: volendo schematizzare, potremmo collocare da una parte le tecnologie di realtà virtuale (ambienti 3D e di simulazione), e dall’altra quelle di realtà aumentata, ovvero in cui si parte da una visione reale, ma si sovrappongono contenuti aggiuntivi con i quali eventualmente interagire. Il video 360 rientra in questa seconda categoria, proprio perché viene ottenuto a partire da una ripresa video, in cui possiamo aggiungere contenuti con differenti gradi di interattività.

Come si svolgerà il progetto SEPA360?

Il progetto ha una durata di 3 anni: in questo primo anno i docenti saranno coinvolti nella progettazione e creazione dei video 360, che potranno così sperimentarli nei propri corsi a partire dal successivo anno accademico.

A supporto del lavoro dei Digital Champion, verranno organizzati due eventi di formazione: il primo si svolgerà dal 18 al 20 febbraio presso l’Università di Firenze, ed il secondo a settembre a Salonicco. Il primo incontro sarà un’occasione per conoscere questa nuova tecnologia e alcune esperienze di università che già la stanno adottando, mentre l’evento di Salonicco sarà dedicato a presentare la piattaforma online con cui saranno erogati i video e i contenuti aggiuntivi.

Il progetto prevede di accompagnare la sperimentazione con attività di ricerca, i cui risultati saranno disseminati ampiamente, al fine di condividere con tutti gli stakeholder del mondo universitario le proprie valutazioni sul valore aggiunto del video 360 nella didattica.


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