Gli ultimi decenni sono stati caratterizzati da forti mutamenti nelle dinamiche socio-demografiche e familiari in Italia, facendo del nostro paese un esempio di eccezionalismo demografico. Eccezionale è sinonimo di straordinario, unico, fuori dalla norma. E la demografia italiana è così: fuori dalla norma.
L’Italia è tra i paesi in cui si raggiungono i valori più bassi del numero medio di figli per donna: nel 2020 si è scesi a meno di 1,3, continuando un trend che da quarant’anni è quasi sempre stato in discesa, e che a partire dal 2010 è stato trascinato verso il basso dal clima di profonda incertezza innescato dalla crisi economica.
La bassa fecondità, unitamente agli alti livelli di speranza di vita italiani – circa 82 anni, e questa volta siamo di fronte a un eccezionalismo positivo – ha da tempo innescato un processo di invecchiamento demografico tra i più rapidi e intensi in Europa, che se non adeguatamente affrontato comprometterà sempre più la sostenibilità economica e sociale del Paese.
Allo stesso tempo, si è modificata la configurazione delle famiglie italiane, oggi sempre più diversificate. Cambiamenti ancor più eccezionali se si considera che si sono verificati in appena un ventennio, e di cui occorre tenere conto per capire e attenuare le differenze in termini di benessere – economico ma non solo – degli individui che ne fanno parte.
Infine, anche i movimenti migratori hanno caratteristiche particolari in Italia. Mentre le immigrazioni si sono ridotte del 40% negli ultimi 10 anni, le emigrazioni dal nostro Paese sono triplicate, in particolare per l’aumento delle partenze di cittadini italiani. Una crescita che forse dovrebbe allarmare ancor di più degli arrivi di stranieri.
Queste dinamiche sono il risultato degli andamenti del passato e allo stesso tempo disegnano la struttura della popolazione nel prossimo futuro. Mantenendo questo quadro sullo sfondo, occorre ragionare sulle politiche, da diverse prospettive ma mantenendo una visione unitaria, per fronteggiare le sfide (ad es., invecchiamento, spopolamento dei territori) e per cogliere le opportunità (ad es., investimenti sull’istruzione e sulla salute), al fine di garantire una crescita equilibrata dell’Italia e benessere per tutti i cittadini.
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