Il PNRR e l’Università di Firenze, uno sguardo d’insieme

Linee d’intervento e progetti che vedono la partecipazione dell'Ateneo. Ne parlano la rettrice Alessandra Petrucci e i prorettori Debora Berti e Marco Pierini.
Archivio fotografico 123rf.com - Riproduzione riservata
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Negli ultimi sei mesi hanno preso avvio bandi e progetti previsti dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, secondo una complessa articolazione di linee di finanziamento da cui si attendono importanti risultati per il futuro del nostro Paese.

In particolare, al mondo della ricerca è indirizzata la Missione 4, Componente 2 (dalla Ricerca all’Impresa). Su questa linea sono stati previsti degli schemi inediti di finanziamento, sia per entità che struttura. Nello specifico, sono stati assegnati i finanziamenti per cinque Centri Nazionali per la Ricerca (vedi la news del MUR), per 20 Infrastrutture di Ricerca, per 10 Infrastrutture tecnologiche dell’innovazione, per 11 Ecosistemi regionali per l’Innovazione e per 14 Partenariati estesi.

Ciascuna di queste linee, che prevedono temi definiti per i Centri e i Partenariati e tematiche a scelta dei proponenti per gli Ecosistemi, è stata oggetto di un bando competitivo, al quale hanno risposto reti di atenei, enti di ricerca ed imprese, che si sono costituite per l’occasione. Grazie alla valutazione di revisori esperti stranieri, sono state selezionate le proposte con la migliore qualità scientifica e il migliore piano di attuazione.

Con i risultati per i Partenariati Estesi, resi noti i primi di agosto, si è conclusa ufficialmente questa fase di selezione; lo svolgimento delle attività di ricerca vere e proprie inizierà nel prossimo autunno ed avrà durata triennale.

“In una partita decisiva per il futuro del Paese, quella del PNRR, Unifi giocherà un ruolo importante – afferma la rettrice Alessandra Petrucci -. Siamo stati selezionati in tutte le linee di finanziamento disponibili, a testimonianza della qualità della nostra ricerca e della rilevanza delle nostre proposte. I finanziamenti complessivi accordati all’Ateneo superano i 100 milioni di euro, una massa critica che deve essere sfruttata al meglio per il progresso della nostra comunità e il nostro territorio”.

“Come segnalato dalla rettrice – spiega la prorettrice alla ricerca Debora Berti – per prima cosa va sottolineata l’eccellenza della nostra ricerca che, unita ad un massiccio impegno in fase propositiva, ha visto il nostro Ateneo (tra i pochi in Italia, otto compreso il CNR) presente in tutti e cinque i Centri Nazionali per la Ricerca finanziati, che costituiscono un nuovo modello di collaborazione tra atenei, enti di ricerca, imprese. Per Unifi sono coinvolti circa 200 docenti per 16 tematiche. L’Ateneo ha partecipato, inoltre, a quattro iniziative di successo nei bandi relativi alle Infrastrutture ed è il soggetto proponente dell’Ecosistema dell’Innovazione denominato “THE – Tuscany Health Ecosystem”, che ha per scopo la crescita ed il radicamento di un ecosistema per le scienze della vita in Toscana”.

Unifi guida, inoltre, uno dei Partenariati Estesi per attività di ricerca. “La proposta progettuale di cui Unifi è capofila – continua Debora Berti – è dedicata alle conseguenze e sfide dell’invecchiamento e si chiama Age-IT. Sempre per lo schema di finanziamento Partenariati estesi, i nostri ricercatori sono presenti in otto iniziative, che vanno dai Rischi ambientali, naturali e antropici, alle Scienze e tecnologie quantistiche, alla Cultura umanistica e patrimonio culturale, alla Cybersecurity, al Made-in-Italy circolare e sostenibile, alle Neuroscienze e neurofarmacologia, alle Telecomunicazioni del futuro”.

“Si tratta complessivamente di un risultato veramente soddisfacente – commenta la rettrice Petrucci – che vede l’Ateneo fiorentino non solo partner di numerosi progetti, ma anche leader di due iniziative nazionali come proponente”.

“Per la partecipazione ai cinque centri nazionali, Unifi si aggiudica complessivamente 25 milioni di euro – dettaglia l’entità dei finanziamenti Marco Pierini, prorettore al trasferimento tecnologico e terza missione -. Tuscany Health Ecosystem, che raccoglie praticamente tutto il sistema dell’alta formazione regionale, oltre a istituti di ricerca di livello nazionale, si avvale di un finanziamento complessivo di 110 milioni, di cui a Firenze vanno quasi 48 milioni di euro. Per le Infrastrutture l’Ateneo si aggiudica 17 milioni e per l’impegno nei Partenariati Estesi è in fase di negoziazione del finanziamento (l’ammontare del finanziamento lordo ammonta a circa 58 milioni). Le ricadute di questo impegno non riguardano solo gli aspetti della ricerca e del trasferimento.

“Le opportunità offerte dal PNRR rappresentano «la sfida» che il nostro Paese deve cogliere nei prossimi tre anni per compiere le transizioni epocali che ci attendono, dalla digitalizzazione all’energia, alla sostenibilità – commenta Alessandra Petrucci -. Ci troviamo in un momento in cui siamo nella condizione di disegnare il nostro futuro e dove la ricerca ed i ricercatori possono giocare un ruolo davvero strategico, come motore di ricerca, innovazione, inclusione”.

“Le iniziative del PNRR richiedono un approccio olistico a tematiche di ricerca, come l’invecchiamento della popolazione, ad esempio – aggiunge Marco Pierini -. Questo richiede un cambio di paradigma anche per noi ricercatori, che prevede il dialogo e lo scambio tra ambiti disciplinari diversi. Se vogliamo, il PNRR accentua il ruolo sociale delle ricercatrici e dei ricercatori”.

In aggiunta, il PNRR rappresenta una occasione unica per il reclutamento di giovani, sia come dottorandi che come ricercatori a tempo determinato, il 40% dei quali dovranno essere donne. “Anche in questo caso – prosegue Pierini – si tratta di formare ed immettere nel tessuto produttivo del Paese delle figure formate alla ricerca finalizzata al trasferimento tecnologico e che dunque avranno un ruolo fondamentale per l’avanzamento del Paese nei prossimi decenni”.

“In termini di ricadute per l’Ateneo – è il giudizio della rettrice Petrucci -, direi che se le opportunità saranno colte, UNIFI sarà tra tre anni più moderna, competitiva, inclusiva e sostenibile. Sarà inoltre chiaro e rafforzato il suo ruolo di motore per la crescita del territorio e per l’ascolto delle sue esigenze. Si tratta di un volano di crescita e modernizzazione che siamo pronti a sostenere”.

Le iniziative di ricerca del PNRR sono concepite in un’ottica di filiera e la collaborazione con Atenei, Enti di Ricerca ed imprese è uno degli aspetti più caratterizzanti delle reti di ricerca formate. “Direi che l’aspetto più rilevante – spiega Marco Pierini – è il coinvolgimento delle imprese sin dalla fase di redazione delle proposte progettuali, in maniera che le iniziative di ricerca proposte fossero veramente indirizzate alle esigenze di innovazione delle aziende.

Non scordiamo inoltre che è previsto, all’interno degli schemi di finanziamento, un budget per «bandi a cascata», rivolti ad enti esterni alla proposta progettuale, i cui destinatari naturali saranno le imprese. Ad esempio, nell’Ecosistema dell’innovazione guidato da Unifi, sono previsti 25 milioni di euro in tre anni da destinare alla ricerca industriale”.

L’orizzonte temporale dei bandi PNRR è breve e richiede un grande impegno e capacità operativa. “Si tratta innegabilmente di uno sforzo straordinario – commenta Debora Berti -, per tutte le componenti dell’Ateneo, dagli uffici amministrativi, ai dipartimenti, ai docenti, alla squadra di governo, alla rettrice. Possiamo dire che anche nella fase di presentazione delle proposte progettuali, la necessità di coordinamento e di operare in tempi rapidi, hanno reso necessario un cambio di paradigma da parte di tutti – continua Berti -. Questi sforzi sono stati premiati, in quanto i risultati inquadrano l’Ateneo fiorentino come uno dei nodi nevralgici a livello italiano per la Missione 4 del PNRR”.

“Il governo di questa fase sarà ugualmente sfidante – conclude la rettrice -, ma è una sfida che dobbiamo cogliere, consci che stiamo disegnando il futuro dell’Ateneo e del Paese, e non possiamo tirarci indietro. Investire i finanziamenti in maniera efficiente e lungimirante rappresenta senza dubbio una delle difficoltà maggiori di questa fase. Dobbiamo essere ispirati da una visione chiara di quale vorremmo fosse il ruolo dell’Ateneo nel prossimo futuro”.

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