Rift valley africana, nuovi studi sulla storia geologica

Ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra sono fra gli autori di uno studio internazionale su Nature Communications, che ha permesso di ricostruire la storia geologica di una porzione quasi sconosciuta della Rift valley africana, nel Sud dell’Etiopia.
Ririba Rift - campo di coni vulcanici
Ririba Rift - campo di coni vulcanici

L’Ateneo ha partecipato ad un gruppo di ricerca internazionale che ha ottenuto nuovi dati sullo sviluppo dei sistemi di rift continentali, processi geodinamici che si manifestano con grandi fratture nella superficie terrestre. I risultati sono stati pubblicati su Nature Communications, nel quadro di un progetto finanziato dalla National Geographic Society. [“Aborted propagation of the Ethiopian rift caused by linkage with the Kenyan rift”].

Del team Unifi hanno fatto parte tre docenti (Raffaello Cioni, Federico Sani, Derek Keir) e una dottoranda (Zara Franceschini) del Dipartimento di Scienze della Terra, che hanno collaborato con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, del Centre national de la recherche scientifique di Orléans (Francia), delle Università di Roma3, Postdam (Germania), Adama e Addis Abeba (Etiopia), con il coordinamento di Giacomo Corti dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse (IGG) del CNR di Firenze

I ricercatori hanno studiato una porzione quasi sconosciuta della Rift valley africana, il rift del Ririba (Sud dell’Etiopia), permettendo di ricostruirne la storia geologica. I nuovi dati, in contrasto con precedenti teorie, hanno dimostrato come la sua nascita sia dovuta alla propagazione verso sud della Rift valley etiopica intorno a 3,7 milioni di anni fa e sia stata di breve durata, interrompendosi circa 2,5 milioni di anni fa.

L’espansione delle rift valley continentali, nel tempo, provoca la rottura delle placche continentali e la formazione di nuovi bacini oceanici. La Rift valley africana è un esempio classico di questi processi geodinamici, il cui sviluppo regola morfologia, clima e biosfera in Africa orientale e comprendere le relative implicazioni per l’evoluzione della nostra specie nella ‘culla dell’umanità’. La multidisciplinarietà del gruppo di ricerca ha permesso di analizzare la zona nei suoi diversi aspetti tettonici, strutturali, vulcanologici, geochimici e di ottenere la datazione assoluta dei diversi processi riconosciuti, ricavando nuovi dati sullo sviluppo recente della Rift valley africana.

Circa 2,5 milioni di anni fa l’attività tettonica nel Ririba rift è cessata e la deformazione è migrata ad ovest nella regione del lago Turkana, dove i sistemi di rift del Kenya e dell’Etiopia sono attualmente direttamente connessi. Una fase tardiva di vulcanismo che ha dato luogo a numerose colate di lave basaltiche e impressionanti crateri vulcanici esplosivi (maars), ha successivamente interessato l’area del Ririba. In generale, questi nuovi risultati suggeriscono come il processo di connessione dei maggiori settori della Rift valley, in questo caso del Kenya e dell’Etiopia, sia legato a fasi di propagazione e arresto del movimento che causano variazioni geologicamente rapide della posizione e caratteristiche dell’attività vulcanica e tettonica. Ciò può essere stato all’origine di importanti cambiamenti nella morfologia e negli ambienti naturali nel sud dell’Etiopia che possono, a loro volta, aver condizionato le tipologie di migrazione dei nostri antenati in Africa orientale.

“Lo studio dell’area – afferma Raffaello Cioni, docente di Vulcanologia presso il Dipartimento fiorentino di Scienze della Terra – ha permesso di riconoscere l’importante ruolo dell’attività vulcanica all’interno del rift durante una fase non direttamente collegata a significativi eventi tettonici, aprendo nuove domande su come vulcanismo e fratturazione della crosta terrestre interagiscano durante il processo di ‘rifting’ continentale. Proprio l’utilizzo di questo approccio fortemente multidisciplinare ha permesso di dare una nuova chiave di lettura sulla storia geologica del Rift del Ririba, un settore precedentemente quasi sconosciuto della Rift valley africana”.

“La Rift Africana – conclude Federico Sani, docente di Geologia Strutturale presso il Dipartimento di Scienze della Terra – è un settore di importanza fondamentale per la comprensione dell’evoluzione tettonica del nostro pianeta, ed è stata oggetto negli anni di numerosi studi da parte di ricercatori di alcune dei più importanti istituti di ricerca al mondo. Gli scienziati dell’Ateneo fiorentino sono stati impegnati in questi studi fin dall’inizio del Novecento, e proprio nel 2019 è stato assegnato un finanziamento PRIN ad un progetto riguardante lo sviluppo della porzione settentrionale della Rift Valley e del margine occidentale della depressione dancala”.

 


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