Splendori dalle viscere della Terra, le tormaline e i cristalli elbani del Sistema Museale d’Ateneo

Gli splendidi minerali estratti all'Isola d'Elba tra il XVIII e il XIX secolo tornano a casa, in occasione della mostra che valorizza le collezioni Unifi.

Tornano per la prima volta a splendere, nella terra che li ha generati, gli spettacolari esemplari di minerali dal grande pregio estetico, storico e naturalistico cristallizzati nel cuore dell’Isola d’Elba Sono le tormaline e gli altri cristalli protagonisti della mostra “Capolavori della natura elbana. Tormaline e altri cristalli dalle viscere della terra”, frutto della collaborazione tra il Sistema Museale di Ateneo e il Parco Minerario dell’Isola d’Elba di Rio Marina. L’esposizione, inserita , è curata da Lucilla Fabrizi e da chi scrive.

I minerali, cristallizzati nelle viscere dell’isola dell’arcipelago toscano anni fa, sono stati estratti tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo dai filoni pegmatitici, vene di roccia cariche di ricchezze minerarie, portati alla luce dalle spinte tettoniche.

Multicolori, dalle perfette forme geometriche e dal grande valore sono i cristalli delle splendide e uniche tormaline elbane, ma non solo. Gli stessi filoni pegmatitici, come sono conosciute da studiosi e amanti delle scienze naturali queste vene di roccia cariche di ricchezze minerarie, hanno generato berilli, granati e quarzi di dimensioni ragguardevoli e bellezza incantevole.

Gli splendidi esemplari, alcuni dei quali recentemente restaurati, fanno parte della famosa Collezione Elbana, una delle raccolte più importanti della Collezione Lito-Mineralogica del Museo “La Specola”, parte del Sistema Museale d’Ateneo.

Molto conosciuta a livello internazionale, la raccolta è formata da circa 5000 campioni e costituisce la più completa rappresentazione del paradiso mineralogico che era l’isola nella seconda metà dell’800. Fu costituita da Federico Millosevich, direttore del Museo, nel 1914, accorpando tre diverse collezioni; contestualmente ne fu pubblicato il catalogo col titolo “I 5000 elbani del Museo di Firenze”.

Al materiale del ‘700 e primo ‘800 già presente in collezione si aggiunsero le raccolte Foresi e Roster, di circa 2500 e 1500 esemplari, acquistate nel 1877 e nel 1888 sotto la direzione di Giuseppe Grattarola, entrambe rappresentative della varietà mineralogica presente nelle diverse zone dell’isola: il Monte Capanne, con le pegmatiti di San Piero e Sant’Ilario in Campo e le aree di Rio Marina e di Punta Calamita con le loro miniere, come dimostra la presenza di ben 628 ematiti, 574 tormaline e 555 ortoclasi.

L’esemplare più famoso della collezione elbana è la grande porzione di geode con 132 cristalli di tormalina associati a berilli, quarzi, ortoclasi, proveniente da Grotta d’Oggi. Altri esemplari straordinari sono il pezzo con 50 tormaline, berilli, zirconi, ortoclasi, albite e quarzo descritto dal Corsi nel 1882 e l’esemplare con due cristalli principali, che raggiungono gli 11 cm di altezza, innestati su una matrice nella quale sono presenti anche cristalli di feldspato e quarzo.

Altrettanti importanti sono le spettacolari ematiti varietà oligisto dalle miniere di Rio Marina e un enorme esemplare di ilvaite, dalla località tipo di Torre di Rio, a Rio Marina, considerato tra i più grandi al mondo.

La mostra “Capolavori della natura elbana. Tormaline e altri cristalli dalle viscere della terra” , visibile all’Isola d’Elba fino al 31 ottobre,  si svolge nell’ambito della Terza Conferenza Internazionale sulle tormaline 2021

 


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