Siamo Geoumanità. Non fosse altro perché da oltre due milioni di anni il genere Homo, a cui apparteniamo, popola un pianeta fatto di rocce che ne ha sostenuto l’evoluzione e lo sviluppo.
Eppure oggi la nostra specie sembra aver smarrito la percezione e la consapevolezza del proprio intimo legame con la Terra, oltre la logica dello sfruttamento. Nelle sfide che, dalla scala locale a quella globale, individualmente e come collettività, siamo chiamati ad affrontare, la dimensione geologica, direttamente o meno, gioca un ruolo fondamentale.
Le emergenze energetiche e più in generale quelle ambientali, con la conseguente insicurezza politica e socio-economica, sono anche effetto di nostre azioni che interferiscono con la complessa rete di processi che regolano la dinamica del ‘Sistema Terra’ da ben prima della nostra comparsa.
La Geologia – emersa come moderna scienza della Natura nel Rinascimento – grazie alle conoscenze acquisite dai geologi che la praticano, ha supportato l’idea di uno sviluppo illimitato in virtù dell’energia fossile e nucleare e dei geomateriali scoperti nelle rocce ed estratti da esse. Oltre a questo aspetto, che appare oggi sempre meno sostenibile, la percezione del Tempo che si fa materia pietrificata ha anche insegnato ai geologi che il cambiamento e le trasformazioni rappresentano un vitale processo del pianeta.
La freccia e i cicli del Tempo, che i geologi riconoscono nella memoria delle rocce, raccontano di innumerevoli Terre succedutesi nell’arco di 4 miliardi e mezzo di anni, una narrazione che rende l’attuale pianeta non particolarmente speciale solo perché popolato dalla nostra specie. Questa consapevolezza scientifica non deve essere letta come cinica giustificazione a sfruttare insostenibilmente la Terra in virtù della nostra precarietà dettata da cambiamenti planetari che prima o poi potrebbero cancellarci. Al contrario, quale specie capace di scelte, siamo chiamati a cogliere le trasformazioni della Terra come stimolo per governarle e adattarvisi.
La moderna Geologia offre oggi strumenti concettuali e operativi per consentire tutto questo, con la riconversione da una scienza per lo sfruttamento a una scienza per la sostenibilità, con la capacità di monitorare, prevenire e mitigare l’ampia varietà di rischi geologici amplificati o meno dalle nostre attività, con la produzione di conoscenza sui processi che hanno portato la Terra a divenire il pianeta che noi oggi popoliamo.
Una conoscenza geologica condivisa può ispirare un nuovo passaggio evolutivo della nostra specie che porti a riconciliarci pienamente con la Terra e in definitiva con noi stessi.