Giornata delle mangrovie, Unifi impegnata nella ricerca

Sara Fratini e Stefano Cannicci hanno partecipato allo studio dell’International Union for Conservation of Nature, che monitora lo stato di salute di questo ecosistema fondamentale per la biodiversità

Assorbono naturalmente una mole straordinaria di anidride carbonica, salvaguardano le coste dall’erosione dei mari e dall’impatto devastante di tifoni e tempeste, proteggono le popolazioni che vivono sulle coste a certe latitudini.

Sono alcuni dei benefici al nostro pianeta offerti dalle mangrovie, una formazione di piante e arbusti che rappresenta un prezioso alleato per la conservazione della biodiversità: oltre a dare nutrimento a pesci e ad altri animali marini e ospitare molti granchi terrestri e semiterrestri, sono punto di riferimento vitale per insetti e uccelli migratori.

Per questo insieme di ragioni la comunità scientifica internazionale sostiene la promozione della Giornata internazionale per la conservazione dell’ecosistema delle mangrovie, istituita nel 2015 dall’Unesco, che ricorre il 26 luglio.

Questi habitat svolgono un’azione fondamentale di contrasto contro il cambiamento climatico, ma fanno i conti con una serie di minacce, come emerge da un recente documento, la Lista Rossa degli ecosistemi di mangrovia, pubblicata dall’International Union for Conservation of Nature (IUCN), a cui hanno collaborato Sara Fratini e Stefano Cannicci del Dipartimento di Biologia dell’Ateneo fiorentino.

“Il nostro lavoro si è concentrato sulle mangrovie dell’Oceano Indiano occidentale, in virtù di un’attività di ricerca consolidata in questa area – spiegano i due studiosi –. In generale, il rapporto evidenzia che più della metà delle mangrovie del mondo sono a rischio di collasso e che sono necessari sforzi più efficaci per proteggere questi ecosistemi”.

Promuovere la conoscenza delle mangrovie è per l’Ateneo fiorentino anche tema dell’attività didattica. I docenti fiorentini sono coinvolti in corsi e master internazionali, realizzati in sinergia con università australiane e asiatiche, insieme all’Associazione Italiana alla Cooperazione e lo Sviluppo, per formare studenti e futuri specialisti.


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