Il fenomeno del turismo a livello mondiale è in piena espansione e pone sempre più la necessità di rivedere e sviluppare le professionalità coinvolte. Un progetto di ricerca europeo Erasmus +, guidato dalla Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione (FRI) partecipata dall’Ateneo e che coinvolge – fra altri partner italiani ed europei – il Dipartimento di Scienze per l’Economia e l’Impresa (DISEI) e Regione Toscana, sta lavorando per elaborare un nuovo profilo professionale, il Destination Manager. Obiettivo: un percorso formativo online certificato che diventi modello di riferimento. Ne parliamo con il coordinatore scientifico del progetto VECTOR, Giovanni Liberatore, docente di Economia aziendale presso il DISEI.
Professore, chi è il Destination Manager ?
E’ una figura qualificata, di alto livello, capace di proporre strategie volte a gestire, valorizzare e promuovere le destinazioni turistiche in una prospettiva integrata. Senza dubbio è una persona che lavora sul territorio, perché – tanto per fare un esempio – una cosa è organizzare dagli USA, anche tramite un tour operator, un soggiorno in Toscana, altra cosa è servirsi di un operatore che in loco conosca servizi, opportunità e anche criticità.
Si tratta cioè di una figura con competenze trasversali?
Certo. Una figura che da una parte è a contatto con i decisori politici, dall’altra dialoga con le imprese turistiche e con le associazioni. A livello di compiti potremmo dire che è un’operatore locale che presenta, comunica e vende il “prodotto territorio”, progettando gli itinerari o integrando i percorsi progettati da altri. Ma per far questo si occupa di politica del turismo e supervisiona la filiera.
Per chi lavora il Destination Manager?
Può essere un free lance, ma può anche lavorare per un tour operator, così come per un’amministrazione pubblica o un ente locale che voglia investire sul settore turistico.
Nel settore del turismo quale è il quadro di riferimento a livello formativo, in campo nazionale?
L’offerta formativa in questo campo è molto varia e ampia. Le scuole superiori che fanno riferimento al turismo formano addetti con varie possibilità di specializzazione. Il Destination Manager come nuova figura professionale, dovrebbe avere come prerequisito il diploma di scuola superiore, tenendo conto anche delle aspirazioni dei tanti occupati in questo settore che possono vantare una notevole esperienza ma non altrettanta formazione certificata.
Quali sono più in dettaglio gli obiettivi del progetto?
VECTOR sta per ‘A Vocational and Educational Curriculum Design from a Sector Skills Alliance on Tourism’. L’intento, dunque – oltre a quello di identificare il nuovo profilo professionale – è di realizzare un curriculum di formazione che possa essere valutato e riconosciuto attraverso il sistema europeo di crediti per l’istruzione superiore (ECTS) e quello per la formazione professionale (ECVET). Il corso ha anche il pregio di essere disponibile tramite una piattaforma e-learning. Alla fine, parte del progetto potrà essere reso pubblico gratuitamente e quindi messo a disposizione delle istituzioni che vorranno recepirlo all’interno della loro offerta formativa. Ovviamente vorremmo anche utilizzarlo come UNIFI portandolo sul mercato della formazione.
Quali sono i tempi e partner del progetto?
Siamo partiti nel 2015 e dovremo chiudere nel 2018. Il team complessivo conta 12 partner italiani, spagnoli e portoghesi. Abbiamo ricevuto un finanziamento complessivo di 825mila euro: a UNIFI e Fondazione arriveranno 220mila euro. Il programma dei lavori prevede una fase pilota in Spagna e in Italia che coinvolga 24 allievi per testare alcuni dei moduli più importanti e innovativi inclusi nel curriculum formativo. Altri moduli saranno testati a distanza con il supporto di tutor. Naturalmente sul sito web www.vector-tourism.net è possibile saperne di più.
Il senso del progetto VECTOR concentrato in una frase?
Dare un contributo per aumentare la qualità complessiva del comparto turistico garantendo la miglior adesione delle competenze alle esigenze del settore.