L’Ateneo fiorentino e la comunità di Calenzano ricordano, attraverso un’opera collettiva e creativa per la cittadinanza, il contributo fondamentale portato dalle donne toscane alla Resistenza contro i nazifascisti.
Domenica 13 aprile, alla presenza della rettrice Alessandra Petrucci, è stato inaugurato a Calenzano “ROC – donne Resistenti in un’opera Collettiva“, progetto guidato dal team del Laboratorio di Design per la Sostenibilità del Dipartimento di Architettura (DIDA). ROC è stato avviato nel 2022 dal Comune di Calenzano, che ha accolto la proposta della sezione ANPI “Silvano Franchi” di Calenzano e del comitato aderenti della Fondazione Nilde Iotti. Ha ricevuto, inoltre, il supporto di una rete di aziende del territorio.
Si tratta di un’iniziativa di progettazione partecipata: i ricercatori dell’Ateneo fiorentino hanno realizzato un monumento costituito da sei prodotti, dando vita alla creatività degli studenti della scuola secondaria di 1° grado “Anna Maria Luisa de’ Medici” di Calenzano.
“ROC è un’opera che prova a cambiare gli stereotipi di genere. Per decenni, infatti, alle donne partigiane sono stati attribuiti nell’immaginario comune ruoli secondari o di staffette – spiega Giuseppe Lotti, docente di Design e coordinatore Unifi del progetto –. Invece hanno ricoperto un ruolo un decisivo che si è espresso anche in azioni militari e nel periodo dell’Assemblea Costituente”.
I ricercatori Unifi hanno svolto incontri di sensibilizzazione sul tema donne nella resistenza con circa 250 alunni della scuola media. Una trentina di loro, insieme ai loro docenti, ha voluto poi partecipare alla fase creativa del progetto, tra il 2023 e il 2024. Con disegni e tesine hanno immaginato il design delle opere e le parole chiave a cui si sarebbero ispirate e che per i ragazzi raccontano la Resistenza: Staffetta, Forza, Primavera, Sorellanza, Ponte e Occhio!. Il Laboratorio di Design per la Sostenibilità ha poi realizzato fisicamente le sei opere che compongono il monumento di ROC.
Le installazioni creeranno un percorso nel giardino davanti alla biblioteca anche grazie a un totem esplicativo che, con contenuti digitali e QR-code, illustrerà i valori legati all’opera collettiva.
“Il progetto non rappresenta solo un’opera collettiva che parla al territorio ed al futuro, ma anche un’occasione per l’Università di presentarsi a coloro che potrebbero diventare in futuro i suoi studenti, coinvolgendoli in un processo creativo e mostrando come il Laboratorio del DIDA trasforma un’idea in un prodotto concreto”.