Tecnologie ottiche d’avanguardia svelano come la fibrosi cardiaca favorisce le aritmie

Ricercatrici Unifi in una ricerca internazionale pubblicata su Nature Cardiovascular Research
Ricostruzione digitale ad alta risoluzione della struttura cardiaca (la parte nera raffigura la fibrosi)
Ricostruzione digitale ad alta risoluzione della struttura cardiaca (la parte nera raffigura la fibrosi)

C’è anche l’apporto della ricerca Unifi nell’importante ricerca internazionale che, attraverso un approccio innovativo di imaging, ha permesso di rivelare come la fibrosi cardiaca possa alterare la propagazione degli impulsi elettrici favorendo l’insorgenza di aritmie.

Il lavoro, finanziato dal progetto ERC Advanced “HeartCore” e guidato dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ifc), è stato pubblicato su Nature Cardiovascular Research, meritando la copertina della prestigiosa rivista: alla ricerca, che si è svolta  presso i laboratori dell’Unità di Ricerca presso Terzi (URT) OptoCARD nel Dipartimento Neurofarba, hanno partecipato Elisabetta Cerbai (Dipartimento Neurofarba), Valentina Romanelli (Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica) e Gabriella Nesi (Dipartimento di Scienze della salute). [“Correlative imaging integrates electrophysiology with three-dimensional murine heart reconstruction to reveal electrical coupling between cell types” https://doi.org/10.1038/s44161-025-00728-9].

La ricerca, a cui ha contribuito il Laboratorio Europeo di Spettroscopia Non lineare (LENS) e che ha come capofila Leonardo Sacconi di Cnr-Ifc, si è avvalsa di un protocollo ottico avanzato di clearing dei tessuti e di un microscopio a foglio di luce mesoscopico, grazie al quale è stato possibile ricostruire in 3D l’intera struttura dei ventricoli e mappare con precisione micrometrica le zone di fibrosi che costituiscono la principale origine delle anomalie elettriche e delle tempeste aritmiche in molte patologie cardiache. I risultati della metodologia innovativa sono stati validati con metodiche istopatologiche convenzionali.

“Questo progetto – spiega Elisabetta Cerbai – si avvale di una prestigiosa collaborazione internazionale; al tempo stesso, rappresenta un risultato di grande impatto scientifico della URT OptoCard, che ha trovato nell’Università di Firenze e nel Dipartimento Neurofarba la possibilità di integrarsi con le competenze esistenti, a dimostrazione dell’importanza di una sinergia interistituzionale capace di affrontare grandi sfide.”

 


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