Storie di ricerca che diventa impresa

Dal monitoraggio delle valanghe alla produzione vitivinicola, fino alla formazione per contrastare il bullismo. Un ventaglio di temi molto diversi su cui nuovi spin off dell'Università di Firenze valorizzano i risultati della ricerca scientifica e offrono un contributo al bisogno di innovazione del sistema produttivo.
© Archivio fotografico 123rf - Sergey Soldatov

Valorizzano i risultati della ricerca scientifica avanzata e offrono un contributo al bisogno di innovazione del sistema produttivo. Sono 44 gli spin off dell’Università di Firenze e circa 600 i ricercatori, dottorandi e neolaureati che dal 2010 a oggi hanno svolto il percorso di preincubazione messo a punto dall’Ateneo presso l’Incubatore di Sesto Fiorentino: attività di training e consulenza per validare le idee degli aspiranti imprenditori e prepararli ad affrontare il mercato.

Gli spin off sono uno dei risultati del dialogo tra mondo accademico e territorio e costituiscono un canale del trasferimento tecnologico di Unifi: 25 appartengono all’area tecnologica, 8 a quella scientifica, 5 al settore umanistico e della formazione, 4 all’ambito biomedico, 1 rispettivamente all’area delle scienze sociali e all’area biomedica-tecnologica.

Ma che ruolo svolgono gli spin off dell’Ateneo nell’ecosistema dell’innovazione? Alcune risposte arrivano da performance e attività molto recenti come la missione in Abruzzo guidata dal gruppo di lavoro del Dipartimento di Scienze della Terra.

Per il monitoraggio del rischio valanghe sulla montagna intorno a Rigopiano è stato impiegato un sistema basato sull’analisi del campo d’onda infrasonico in tempo reale messo a punto dal Laboratorio di Geofisica Sperimentale e dal quale è nato lo spin off Unifi iTem

 “Il sistema – spiega Giacomo Ulivieri ricercatore del gruppo di Maurizio Ripepe e fondatore dello spin off iTem  – si basa sulla registrazione, mediante un array infrasonico, delle onde acustiche non udibili dall’uomo prodotte durante il movimento della valanga. Procedure di calcolo ne permettono il riconoscimento automatico e la notifica automatica mediante messaggi email e messaggi sul cellulare. Il sistema  – aggiunge Ulivieri – fornisce informazioni ventiquattr’ore su ventiquattro, in qualsiasi condizione di visibilità e su aree che raggiungono anche i settanta chilometri quadrati di estensione ”.

Nel gruppo di lavoro del Dipartimento di Scienze della Terra era coinvolto anche Geoapp, che ha individuato le tecnologie più efficaci per il miglior funzionamento possibile del sistema di allerta valanghe. Lo spin off in questi giorni è stato contattato per condurre l’analisi delle cause di una frana che si è verificata all’interno di una miniera di rame a Siirt, nel sud est della Turchia, lo scorso novembre. “Abbiamo proposto di utilizzare le immagini registrate dal satellite per raccogliere dati relativi agli spostamenti – afferma Paolo Farina – questo lavoro permetterà di accertare se vi siano responsabilità e getterà le basi per azioni di prevenzione”.

Farina nel corso di un intervento in Indonesia presso la più grande miniera d’oro al mondo.

In evidenza tra gli spin off anche FoodMicro Team, tra i vincitori del bando triennale Faber – ideato e promosso da Ente Cassa di Risparmio di Firenze, in collaborazione con Fondazione per la ricerca e l’innovazione, e Confindustria Firenze per favorire una maggiore sinergia tra mondo accademico e imprese in tema di innovazione – grazie al progetto su “Lieviti autoctoni selezionati per la produzione di starter direttamente in cantina”.

 

Simona Guerrini di FoodMicroTeam

“Spesso le aziende vitivinicole– spiega Simona Guerrini di FoodMicro team – utilizzano starter, cioè lieviti da cui inizia il processo di fermentazione, disponibili in commercio isolati da vini francesi, australiani, americani. Questi costosi preparati rendono la gestione dei processi fermentativi più semplice perché diminuiscono il rischio di arresti fermentativi indesiderati, riducendo però molto la biodiversità microbica e quindi anche le diversità tra un vino e l’altro”.

“La nostra idea – aggiunge Guerrini – è di sviluppare un servizio per le aziende vitivinicole toscane che consenta di valorizzare la tipicità dei loro vini, producendo dei preparati starter da lieviti presenti nelle cantine. Grazie al progetto Faber assumeremo un’assegnista e continueremo a lavorare verso questo obiettivo”.

Ha avuto bisogno di “forza lavoro” in tempi recenti anche Jaewa. Nato nel 2014 questo spin off sviluppa software e soluzioni che permettono a programmi differenti di dialogare tra loro, oltre ad applicazioni su misura.

Abbiamo avuto fin dal principio un portafoglio clienti – spiega Valeriano Sandrucci – ma abbiamo compiuto un salto di qualità solo nel momento in cui abbiamo investito sulle persone. Oggi nel nostro team lavorano in sette. Per il futuro puntiamo a realizzare dei software proprietari che ci consentano di avere delle economia di scala e così un ulteriore sviluppo delle attività.

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Si occupa di prevenzione e contrasto al bullismo e cyberbullismo Ebico che offre interventi qualificati di alta formazione, corsi per operatori e insegnanti e programmi certificati scientificamente per la loro efficacia come KiVa e Notrap! destinati alle scuole. “La sensibilità su questo tema è fortemente cresciuta – spiega Benedetta Emanuela Palladino – stiamo lavorando con la Regione Toscana e l’Ufficio Scolastico Regionale, ma anche in Veneto, Umbria, Calabria e nell’area di Milano. Abbiamo aperto diversi sportelli di ascolto in collaborazione con il Comune di Scandicci, a Prato e nel senese e siamo coinvolti in un progetto regionale per la prevenzione del bullismo in Toscana finanziato dal Ministero. Questi risultati ci hanno consentito di assumere già una socia e di guardare ad altri progetti”.

Il gruppo di EbiCo

Per accompagnare idee e progetti sulla strada dell’innovazione, Unifi promuove dal 2013 anche Impresa Campus, percorso di training e accompagnamento finalizzato a diffondere la cultura imprenditoriale e a promuovere la nascita di nuove imprese tra i giovani universitari.

La quinta edizione di Impresa Campus ha indicato come vincitore il progetto Argo Os. Il team di Argo Os è formato da Luca Venturella, iscritto a Scienze politiche, e Francesco Garbin Guarducci, laureato in Chimica, che hanno proposto l’ideazione e lo sviluppo di un sistema operativo in grado di fare dialogare un drone con altri dispositivi hardware.

Impresa Campus è promosso dall’Ateneo, con la collaborazione della Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione e il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Fino ad oggi sono stati candidati 111  progetti, 53 di questi sono stati ammessi ai training. L’edizione 2016-2017 ha avuto 22 candidature e 13 progetti selezionati, 6 dei quali sono giunti alla fase finale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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