Sport, disabilità e inclusione sociale

Un ciclo di lezioni dedicato alle attività motorie adattate è stato al centro di un insegnamento del corso di laurea triennale di Scienze Motorie, Sport e Salute

Lo sport al servizio delle persone diversamente abili è l’argomento centrale dell’insegnamento di Teoria Tecnica e Didattica dell’Educazione Motoria e dell’Attività Sportiva Adattata presso  il corso di laurea triennale di Scienze Motorie, Sport e Salute dell’Ateneo fiorentino. Gli studenti, durante il modulo pratico, hanno partecipato a delle lezioni di attività motorie adattate presso l’impianto Val di Rose del CUS di Firenze. L’obiettivo di questa proposta, avanzata dal ricercatore Riccardo Bravi, è mostrare come l’esercizio fisico possa contribuire al benessere nei soggetti con disabilità.

Professor Bravi, cosa sono le attività motorie adattate?

Per semplicità con questa espressione potremmo riferirci all’insieme di discipline che riguardano l’attività motoria e sportiva adattata per persone con disabilità di tipo motorio, sensoriale e intellettivo. Tali attività vengono spesso proposte al termine di un percorso riabilitativo e stanno conoscendo un apprezzamento sempre più ampio  in quanto, oltre promuovere uno stile di vita attivo in persone con disabilità, sono volte alla identificazione e alla risoluzione delle personali differenze tra individui all’interno della società, essendo le stesse fondate sulla profonda attitudine all’accettazione delle differenze individuali.

Quali sono i principali vantaggi collegate a queste attività?

L’esercizio fisico, è risaputo, produce dei benefici anche sulla sfera cognitiva ed emotiva, oltre che sul nostro corpo. Le attività motorie adattate in particolare sono determinanti nel processo di rinegoziazione dell’identità di un individuo che è andato incontro ad un drammatico cambiamento della propria vita a seguito dell’insorgenza di una patologia, e, influenzando le percezioni della qualità di vita della persona, sono in grado di facilitare il passaggio alla nuova condizione. Svolta fuori dal contesto ospedaliero, inoltre, l’attività sportiva annulla qualsiasi differenza con gli altri e fa sentire più liberi chi la pratica.

Uno scatto della lezione di “Tennis in Carrozzina come Strumento di Inclusione Sociale”

In che modo queste esperienze hanno trovato spazio all’interno del suo insegnamento?

Nel mese di ottobre ho organizzato una lezione dal titolo “Tennis in Carrozzina come Strumento di Inclusione Sociale” a cui è intervenuto un tennista con lesioni del midollo spinale. A novembre, invece, ho proposto agli studenti il Sitting Volley, un tipo di pallavolo che si gioca a sedere destinato a soggetti che hanno una perdita del controllo del movimento volontario a livello degli arti inferiori.

Come hanno accolto questa novità gli studenti?

Hanno risposto con interesse mostrando di apprezzare la dimensione educativa e formativa dentro cui si colloca il tema della disabilità. Sono rimasti inoltre molto sorpresi nel constatare il potenziale di queste attività. A una lezione hanno partecipato due persone con lesione del midollo spinale che avevo coinvolto in un programma di training motorio per una sperimentazione scientifica. In un video gli studenti hanno visto quale livello di autonomia avessero queste persone prima del training motorio e si sono resi conto dei progressi che avevano raggiunto a conclusione del programma, in termini di capacità di equilibrio e di cammino.

Come porterà avanti questa attività all’interno del suo insegnamento? Quali sono le prospettive per il prossimo anno? 

A metà gennaio proporrò agli studenti una lezione di Pilates adattato rivolta a persone affette da malattia di Parkinson. Il metodo Pilates infatti è stato mostrato ridurre il rischio di caduta, andando a incidere significativamente sui livelli di qualità di vita di queste persone.

Il prossimo anno vorrei anche introdurre delle nuove proposte di attività sportiva adattata relative al mondo dell’atletica leggera, del basket e delle discipline artistiche come il ballo. Più a lungo termine, inoltre, mi farebbe piacere far conoscere agli studenti di Scienze Motorie anche delle attività per soggetti con disabilità di tipo sensoriale e di tipo intellettivo.

 


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