Brevetti Unifi: sempre più numerosi e internazionali

Uno sguardo all’impatto dell’innovazione e del trasferimento tecnologico derivante dalla ricerca del nostro Ateneo attraverso l'attività brevettuale

Le tecnologie e le applicazioni industriali delle ricerche della nostra comunità che vengono brevettate con successo sono sempre più numerose e, fortunatamente, sempre più internazionali.

L’Ateneo di Firenze è una fucina di innovazione. La nostra Università vanta un portafoglio di 200 titoli brevettuali, di cui 18 ancora oggetto di segretezza, per un totale di 91 famiglie brevettuali.

Trattandosi solo di titoli e famiglie attive, questi numeri sono di tutto rispetto e collocano il nostro Ateneo in alto nella classifica del trasferimento tecnologico derivante dalla ricerca pubblica universitaria. Se pensiamo che oltre ai brevetti, l’Università è titolare di marchi, diritti d’autore, modelli d’utilità, segreti industriali e nuove varietà vegetali, l’impatto dell’innovazione e del trasferimento tecnologico del nostro Ateneo è sempre più stabile, tangibile e misurabile.

Per comprendere appieno i numeri è forse utile ricordare che una famiglia brevettuale è composta da una serie di brevetti che hanno come capostipite comune il titolo che rappresenta il deposito originario, la cosiddetta priorità. L’Università di Firenze, quindi, ha un numero considerevole di brevetti che sono stati chiesti e poi effettivamente concessi, non solo nel nostro paese, ma anche in tanti altri paesi, creando famiglie di titoli ampie, che proteggono in profondità e in larga parte dei mercati gli esiti di ricerca dei nostri inventori.

Le concessioni internazionali ottenute dal nostro Ateneo, e quindi la capacità di vedere riconosciuto il merito tecnico ed innovativo della ricerca targata UniFi, è ovviamente merito dei progetti e del lavoro che portano avanti i nostri inventori.

Per citare alcune concessioni brevettuali recenti è possibile nominare il Veicolo sottomarino a configurazione variabile, realizzato dal team guidato dal Prof. Allotta, e il Processo di fabbricazione di maschere facciali personalizzate per il trattamento della malocclusione del Prof. Franchi – quest’ultimo in collaborazione con l’Università di Siena, che hanno ottenuto la concessione dei brevetti europei; altrettanto importante è la concessione del brevetto australiano del Radar ad apertura sintetica basato a terra (GBSAR) con antenne multiple in trasmissione e ricezione (MIMO) e facente uso della tecnica di elaborazione detta compressive sensing (CS), frutto della ricerca del team del Prof. Pieraccini, già inventore di svariati altri brevetti che, sempre nel corso di questo anno, hanno ottenuto protezione in svariati altri paesi, dal Canada al Sudafrica.

I brevetti qui richiamati non sono casi isolati, ma rappresentano un trend, di miglioramento qualitativo e quantitativo, che interessa tutti i settori in cui UniFi ha ricerca brevettata o protetta da altri diritti di proprietà industriale o intellettuale, senza eccezioni.

Non a caso, accanto a questo riconoscimento tecnico, in moltissimi casi è possibile trovare anche l’interesse del mondo dell’impresa, il quale, mediante licenze a titolo oneroso, punta con attenzione sulla nostra Università per innovare la propria offerta commerciale. In costante crescita dunque il contributo che il nostro Ateneo dà all’internazionalizzazione e al consolidamento dell’impresa italiana.


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