Da anni hanno sviluppato algoritmi per la progettazione di farmaci, utilizzando tecniche di simulazione che riproducono fedelmente la realtà molecolare negli esperimenti di laboratorio. Ora stanno cercando di portare il loro contributo alla battaglia contro il Coronavirus, bloccandone il meccanismo di replicazione.
Sono un team di ricercatori del Dipartimento di Chimica “Ugo Schiff” – guidati da Piero Procacci, docente di Chimica fisica – e dall’inizio dell’epidemia hanno studiato la struttura di una proteina che riveste un ruolo chiave nello sviluppo del virus, individuandola come il bersaglio da colpire e bloccare con un farmaco inibitore.
I loro tentativi sono supportati da un’infrastruttura d’eccezione, il supercomputer Cresco6, messo a disposizione dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico (ENEA) presso il Centro di Portici. Il calcolatore ad alte prestazioni è capace di effettuare fino a 1,4 milioni di miliardi di operazioni matematiche al secondo ed è in grado di prevedere in poche ore l’efficacia di un ipotetico farmaco.
“Questo approccio – commenta Procacci, al cui fianco operano i giovani ricercatori Marina Macchiagodena e Marco Pagliai – ci permette, in questa situazione di emergenza e di isolamento, di progettare farmaci davanti ad un pc collegato alla rete, grazie alla grande collaborazione da parte di ENEA e dello staff di Cresco6”.