Si avvale della consulenza scientifica del Dipartimento di Architettura (Dida) dell’Ateneo il progetto della Direzione regionale musei della Toscana, finanziato da Publiacqua, per dare nuova vita alle sculture della Grotta degli animali del Giardino della Villa medicea di Castello, riconosciuto come prototipo del giardino cinquecentesco europeo.
Il nuovo intervento – finanziato attraverso Art bonus, il credito d’imposta del Ministero della Cultura – prevede il restauro delle sculture con gli animali che popolano le pareti interne della Grotta, ornate da decorazioni in spugne e conchiglie, e del prospetto architettonico che si affaccia sul giardino e sul Piano degli agrumi.
Gli interventi previsti dal progetto andranno ad integrare il secondo lotto di lavori ancora in corso e in fase di conclusione, condotti con innovativi metodi di indagine e diagnostica e rivolti al recupero dell’impianto idrico di alimentazione a ricircolo ecosostenibile delle acque del sistema delle fontane e della Grotta. Dopo oltre due secoli, l’acqua tornerà a zampillare da oltre cento punti di caduta posti nella volta al di sopra delle vasche, azionando il complesso sistema di giochi d’acqua e sonorità.
“Siamo contenti di avere favorito come Dida questa iniziativa, grazie a due accordi quadro, uno attivo dal 2020 con Publiacqua per lo sviluppo di azioni di ricerca e di valorizzazione sul tema degli acquedotti storici dell’area fiorentina e l’altro del 2016 con il Polo Museale Regionale della Toscana e l’Università per Stranieri di Siena, per la promozione e realizzazione di nuove ricerche sulle Ville medicee – spiegano il direttore del Dida Giuseppe De Luca e la responsabile scientifica dei due accordi Emanuela Ferretti –. Il contributo del Dipartimento è consistito soprattutto in ricerche documentarie e approfondimenti storici, ma anche nella pianificazione di azioni di valorizzazione e alta divulgazione e si declinerà anche in altri ambiti nel corso del 2022”.
La Grotta degli animali, o del Diluvio, fu progettata da Niccolò Pericoli detto il Tribolo intorno al 1540. Ha un ruolo simbolico e centrale nella complessa e straordinaria iconografia del Giardino, realizzata per esaltare il ruolo pacificatore e il dominio illuminato sulla Toscana del nuovo governo di Cosimo I de’ Medici. Il progetto originale si trasformò nel corso del Cinquecento, con l’apporto di altri architetti e scultori della corte medicea, tra cui Giorgio Vasari, Bartolomeo Ammannati e il Giambologna, e con successivi interventi e restauri sino alla fine del Settecento.