I 100 anni di Unifi in una pubblicazione

Il volume edito dalla Firenze University Press è disponibile in open access

Il racconto di un cammino lungo oltre mezzo millennio è racchiuso nelle pagine di “Firenze e l’Università. Passato, presente e futuro”, il volume  in open access curato dal Comitato per le celebrazioni dei 100 anni dell’Ateneo fiorentino, edito dalla Florence University Press e scaricabile online.

La pubblicazione ha l’ambizione di restituire la storia dei 100 anni dell’Ateneo, calata nella lunga durata dell’alta formazione in Città: dalle origini medievali e proto-moderne, alla sua progressiva istituzionalizzazione, alla vigilia dell’Unità e poi nel periodo di Firenze capitale, fino alla fondazione della Università degli Studi, il primo ottobre del 1924.

Si indagano così le origini trecentesche e la prima nascita di uno Studium generale nel 1321, nonché la problematica relazione con una città a prevalente vocazione mercantile, con tassi di alfabetizzazione eccezionali per l’epoca e un’ampia raggiera di libere istituzioni culturali. Con questo ricco tessuto economico e culturale, gli insegnamenti scolastici all’interno delle mura dimostreranno una difficile coesistenza, che proseguirà più tardi anche nell’ultimo periodo repubblicano, allorché nel 1472, con Lorenzo il Magnifico, le élite della città dominante preferiranno spostare a Pisa la sede dello Studium.

Un filo importante di alta formazione continua però a tessersi anche in periodo mediceo e lorenese, attraverso la fondazione di accademie destinate a durare (dalla Crusca al Cimento, dalla Colombaria ai Georgofili, sino all’istituzione leopoldina di un Museo di storia naturale). Un legame che sarà ravvivato nel corso dell’Ottocento, prima con il grande fervore che ruota intorno al Gabinetto di Giovan Pietro Vieusseux, poi con l’istituzione nel 1859 dell’Istituto di Studi Superiori, di cui l’Università degli Studi sarà nel 1924 l’erede diretta.

Particolare attenzione viene dedicata al periodo fascista, durante il quale l’Ateneo vive un significativo sviluppo, ma subisce pesantemente l’invadenza del regime, sino a conoscere nel 1938 una severa applicazione delle leggi razziali. Eppure, proprio questa pagina buia susciterà inquieti turbamenti e ansie di palingenesi, espresse poi compiutamente, al momento della liberazione della città, in una fase in cui l’Ateneo con i suoi uomini migliori – da Giorgio La Pira a Piero Calamandrei, che da rettore ne guida i primi passi nella Firenze libera – saprà diventare protagonista attivo della progettazione della Repubblica. Verrà poi il momento di affrontare i grandi mutamenti intervenuti a partire dal secondo dopoguerra, dalla contestazione del 1968 sino al presente.

Una seconda parte del volume si concentra sulle molteplici relazioni dell’Università con la città e le sue istituzioni, il mondo della salute e delle scienze, l’ambiente e lo sviluppo urbanistico, restituendo anche una puntuale prospettiva di genere. Un osservatorio prezioso, che svela un Ateneo che intesse una fitta rete di relazioni con la ricchissima articolazione del territorio, accompagnandone la crescita e ricevendone stimoli profondi; in una dialettica che vedrà la progressiva trasformazione di un insegnamento, troppo a lungo elitario, in università di massa, in parallelo ai profondi mutamenti del paese.

Non una semplice storia dell’Ateneo legata alle sue discipline scientifiche, ma una storia dell’università calata e intrecciata nella stessa storia di quella città, Firenze, che Agnolo Poliziano idealizzava come “l’Atene sull’Arno”.

 


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