Sono state le migliori ad affrontare cinque casi di emergenza pediatrica e si sono aggiudicate i primi Pediatric Simulation Games, le olimpiadi italiane di pediatria d’urgenza-emergenza.
La squadra tutta al femminile di specializzande Unifi, composta da Sabrina Becciani, Laura Capirchio, Martina Giacalone, Simona Montano, Alessia Nucci e Serena Salvadei, e coordinata dal direttore della Scuola di specializzazione in Pediatria Maurizio De Martino, ha risolto cinque prove di simulazione su manichini ad alta fedeltà, superando gli altri team italiani coinvolti nella competizione organizzata dalla Società Italiana di Medicina di Emergenza ed Urgenza Pediatrica (SIMEUP).
“Nella nostra attività di specializzande – racconta Simona Montano, terza nella foto – raramente ci troviamo a confrontarci direttamente con situazioni di questo genere sia, fortunatamente, per la rarità di questi eventi in età pediatrica, sia perché situazioni di estrema criticità come queste vengono gestite da un personale medico più esperto”.
Le specializzande hanno affrontato un caso di asma grave fino all’arresto respiratorio, una polmonite ab-ingestis, un’asistolia, una tachicardia ventricolare senza polso da defibrillare e un PEA, (attività elettrica senza polso).
“La formazione dei medici, sia specializzandi che non, sulla gestione di tali situazioni – spiega Montano – viene prevalentemente eseguita con il metodo della simulazione, che permette di creare situazioni di estremo realismo con cui confrontarsi per consolidare le proprie conoscenze e imparare a lavorare in un team medico-infermieristico necessario per la gestione del ‘codice rosso’. La simulazione – chiarisce la specializzanda – è una materia relativamente giovane e, quindi, non ancora inserita nel percorso formativo dello specializzando sebbene in alcuni ospedali all’avanguardia come il nostro, l’azienda ospedaliero-universitaria Anne Meyer, siano presenti centri di simulazione”.
“A partecipare – conclude Montano – ci ha spinto la curiosità verso un evento innovativo come questo e, soprattutto, la voglia di imparare e di migliorarsi perché la simulazione non è solo mettere in pratica ma anche studio e aggiornamento continuo. E’ stato molto interessante, inoltre, confrontarsi con i colleghi da tutta Italia, con realtà formative diverse, e poter condividere con loro entusiasmo misto a una sana e stimolante competizione”.