L’origine del dolore dell’emicrania

Una ricerca coordinata da un gruppo di scienziati della Farmacologia Clinica e del Centro Cefalee dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi ha evidenziato su Nature Communications il ruolo centrale del sistema nervoso periferico nel generare il disturbo
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Risiede nel sistema nervoso periferico la sede del dolore dell’emicrania. E’ la conclusione di uno studio coordinato da un gruppo di scienziati della Farmacologia Clinica dell’Ateneo fiorentino e del Centro Cefalee dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi pubblicato su Nature Communications (“Schwann cell endosome CGRP signals elicit periorbital mechanical allodynia in mice” – DOI 10.1038/s41467-022-28204-z).

Alla ricerca che si è svolta sotto la guida di Pierangelo Geppetti, Romina Nassini e Francesco De Logu hanno collaborato studiosi della New York University (Stati Uniti) e della Monash University (Australia).

“A lungo si è creduto che l’origine dell’emicrania fosse da ricondurre al sistema nervoso centrale – spiega il responsabile scientifico dello studio Pierangelo Geppetti –. Questa convinzione è venuta meno con l’introduzione di farmaci come gli anticorpi monoclonali che, pur non intervenendo sul cervello, si sono rivelati molto efficaci nel bloccare il Calcitonin Gene Related Peptide (CGRP) o il suo recettore e nel prevenire il disturbo. La sede del dolore dell’emicrania doveva essere ricercata altrove”.

Secondo il gruppo coordinato dai ricercatori fiorentini il CGRP liberato dalle fibre nervose del nervo trigemino attiva il suo recettore nelle cellule di Schwann, un guanto protettivo delle fibre nervose periferiche, che si sono rivelate fondamentali nel generare l’intenso, martellante e prolungato dolore dell’emicrania

Il CGRP penetra all’interno della cellula di Schwann e attiva complessi meccanismi intracellulari in grado di indurre una marcata ipersensibilità dei nervi dolorifici cranici che può durare ore o giorni.

L’emicrania affligge circa un miliardo e duecento milioni di persone, per lo più donne dai 15 ai 50 anni, che vivono questa condizione con una forte riduzione della qualità della vita lavorativa, familiare, affettiva, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito l’emicrania la malattia più disabilitante in quella fascia di età.

 


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