Una realtà culturale unica, la più antica in Italia nel suo genere, un giro del mondo e dei suoi popoli in venti sale. Il Museo di Antropologia ed Etnologia dell’Università di Firenze festeggia 150 anni.
La realtà espositiva nacque nel 1869 grazie a Paolo Mantegazza, figura poliedrica di antropologo, medico, politico, sostenitore delle teorie darwiniane sull’evoluzione degli esseri viventi e dello studio dell’uomo in rapporto con l’ambiente: nello stesso anno Mantegazza fu chiamato a ricoprire la prima cattedra universitaria italiana di Antropologia presso l’Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento, l’antenato dell’Ateneo fiorentino.
Il nucleo originale del Museo risale alle raccolte medicee e a quelle del Granduca Pietro Leopoldo di Toscana ma le collezioni col tempo si sono arricchite grazie ai viaggi di esplorazione e alle spedizioni intraprese dal XVI secolo in poi, come – ad esempio – quella di James Cook nel Pacifico, quella di Odoardo Beccari in Nuova Guinea e molte altre più recenti, come quella di Fosco Maraini in Giappone.
Il Museo conserva 30.000 manufatti etnografici, raccolti nell’arco di cinque secoli e provenienti dai cinque continenti, oltre a 7.000 reperti antropologici che vanno dalla preistoria all’epoca moderna, 40.000 stampe fotografiche e 7.000 negativi, 800 calchi anatomici in gesso, 80 strumenti scientifici e un ricco archivio di lettere, documenti e manoscritti.
Le collezioni divengono oggi uno stimolo al confronto e al dialogo con le varie culture: per questo il museo ha spesso ospitato rappresentanti delle comunità dei popoli nativi e ha diffuso i loro racconti.
La ricorrenza dei 150 anni viene celebrata giovedì 28 novembre con una giornata di apertura gratuita, un convegno sulla storia e le prospettive del museo, un momento musicale. Dal 29 novembre all’1 dicembre è in programma un ricco calendario di visite guidate a tema (programma delle iniziative).
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