Per una nuova formazione dei medici di domani

Tre Università toscane si sono fatte portavoce di una proposta per garantire al nostro Sistema Sanitario medici adeguati per qualità e numero. Punti qualificanti, visione e gestione unitaria del percorso formativo del medico; maggiore caratterizzazione professionalizzante del corso di laurea; definizione di un percorso formativo del medico di medicina generale all’interno dell’Università.
Diritto d'autore: convisum / 123RF Archivio Fotografico
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La formazione del medico è costantemente nell’occhio del ciclone, tema ricorrente sui media con le puntuali frequenti polemiche sul numero “chiuso” a Medicina, sull’imbuto formativo legato alla scarsa capienza globale delle nostre Scuole di Specializzazione, sulla migrazione disciplinare degli specializzandi, sull’insufficienza al fabbisogno del numero dei medici specialisti e di quelli di Medicina Generale che vengono formati.

E’ impossibile, perciò, che l’Università, quale principale provider di formazione, non si senta punta sul vivo e responsabile di tutti questi aspetti e altri analoghi che non funzionano e che denotano l’assenza di un susseguirsi coordinato ed organico di tappe formative. Come Università di Firenze e, poi, come Università toscane, ci siamo dunque attivati, pur consapevoli della complessità della questione e del coinvolgimento di interessi diversi. Siamo partiti da tre considerazioni di base. La prima è che in Italia per fare il Dottore, salvo residuali attività in regime di precariato, è necessario avere o una specializzazione o il diploma di formazione di medico di medicina generale: la formazione medica, quindi, è un continuum che va dal test di ammissione al corso di laurea fino al diploma di specialista e dura 10-11 anni.

La seconda considerazione è che la governance di questa formazione è tutta in capo all’Università tranne che per un tassello: quello della formazione del medico di medicina generale. Allora, ci siamo chiesti, perché non farci noi promotori di una proposta di rivisitazione della formazione di cui abbiamo la governance? Nel contempo ci siamo resi conto che, sotto il profilo metodologico, la realizzazione della proposta richiede obbligatoriamente confronto, condivisione e collaborazione con gran numero di istituzioni, enti ed organismi portatori di interessi in materia e senza i quali niente è possibile fare.

La terza considerazione è che l’iter formativo del medico è altamente professionalizzante con risorse e strumenti didattici per svariati motivi limitati. Un  medico deve essere in grado di saper fare concretamente determinate cose: non si seguono gli studi medici per cultura come, ad esempio, può anche accadere per gli studi letterari e la preparazione medica concretizza il suo senso solo nel momento in cui si esercita la professione.
Se così è, si deve formare solo il numero di medici necessario, determinato in base alla domanda di salute: da qui il numero programmato. Per stabilire la sua consistenza si devono effettuare puntuali valutazioni epidemiologico-demografiche che indichino, partendo dalla numerosità delle figure al momento disponibili e in base alla epidemiologia delle malattie, i reali fabbisogni in ogni singola disciplina (compresa quella di medici di medicina generale), per poi risalire a ritroso e per sommatoria al numero programmato col relativo orientamento in ingresso, nonché le relative modalità di accesso al corso di laurea. Il numero programmato del corso di laurea in Medicina e Chirurgia con l’aggiunta della fisiologica quota di abbandoni durante il percorso dovrà corrispondere a quello a ritroso calcolato.
Queste valutazioni attualmente sono demandate alle Regioni. Il Ministero della Salute, di concerto col MIUR, si limita a raccogliere i dati regionali e stabilire mediante opportuni algoritmi i fabbisogni nelle singole specialità e, attraverso le opportune proiezioni, il fabbisogno totale. Con tutte le limitazioni che un tale sistema comporta (soprattutto relativamente all’estrema variabilità di efficacia delle rilevazioni regionali) e da queste premesse necessarie per capirne la logica, parte la nostra proposta di rivisitazione della formazione medica, che, come già detto, ha necessità di coinvolgere per la sua realizzazione tutti i portatori di interesse in materia.

Questa proposta è stata presentata in conferenza stampa il 24 maggio 2018, come proposta comune dei Rettori delle Università Toscane in presenza degli Assessori alla Salute ed alla Cultura della Regione Toscana e dei Presidenti della Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e dell’Ordine dei Medici ed Odontoiatri della Provincia di Firenze.


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